Filippi, l’uomo dei libri insegna ad arrampicare

Il direttore della Biblioteca Civica organizza i corsi per ragazzi promossi dal Cai Gli allenamenti alla Salewa. «I giovanissimi hanno scoperto questo sport»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Per lavoro vive in mezzo ai libri, ma appena può va ad arrampicare nella palestra della Salewa o in montagna. È Ermanno Filippi, direttore della Biblioteca civica e istruttore di arrampicata del Cai. È lui l’organizzatore dei corsi di arrampicata sportiva pensati dal Cai per i ragazzi nella palestra di viale Trieste e alla Salewa.

«A me - racconta - è sempre piaciuto arrampicare, solo che quando ero ragazzo, se non avevi qualcuno che ti portava in montagna, era difficile arrivarci. Per fortuna mio padre amava la montagna e la domenica si andava assieme a fare qualche escursione. Ma per arrampicare ho dovuto aspettare fino ai 17 anni, quando ho fatto il primo corso di roccia. Poi si andava con gli amici e ne abbiamo combinate di tutti i colori, rischiando anche parecchio, viste le scarse conoscenze in materia di sicurezza. Adesso è tutto diverso e mi piace l’idea che i ragazzi abbiano la possibilità di fare quello che per me, alla loro età, era solo un sogno».

Tre volte alla settimana Filippi è nella palestra della Salewa. Assieme a lui Roberto Paoli e Thomas Zelger, istruttori e guide alpine. I partecipanti ai corsi, che vanno dai 6 ai 18 anni, quest’anno sono un centinaio. «Dopo l’apertura della palestra della Salewa e di altre strutture in diversi centri della provincia, si assiste ad un crescente interesse per questa disciplina. Come Cai, copiando un po’ dall’esperienza dell’Alpenverein, abbiamo deciso di offrire ai ragazzi la possibilità di arrampicare come farebbero un qualsiasi altro sport. La sicurezza è data dal fatto che ci si muove in un ambiente protetto com’è appunto quello di una palestra. Arrampicano con la corda, ma la maggior parte ama il bouldering, ovvero l’arrampicata sui sassi che praticano anche fuori. Una delle mete preferite è Lana dove ci sono dei bellissimi sassi naturali».

Alla sera la palestra della Salewa è piena di sportivi di ogni età: quello del Cai è il gruppo più giovane. Si parte con il riscaldamento, poi si comincia a salire. Si ride e si scherza ma si fa sul serio quando bisogna fare sicurezza all’amico che sale lungo le pareti attrezzate.

«Questo non è uno sport pericoloso - assicura Filippi - ma quando si fa sicurezza, se non c’è attenzione, si rischia grosso. Con i ragazzi quindi gli istruttori sono inflessibili: non sono ammesse distrazioni».

Nicole Mani, 15 anni, fa parte della squadra agonistica: «Ho fatto diversi sport, dal pattinaggio alla pallavolo, poi ho cominciato ad arrampicare e ho capito che questo è quello che mi piace».

Qualcuno all’inizio ha paura e quindi ogni centimetro di parete in più è una conquista. Greta Giacomelli, la piccola del gruppo agonistico, ha instaurato subito un ottimo feeling tra corpo, prese e corda: «Ho provato il nuoto, i tuffi, la ginnastica artistica, ma l’arrampicata è un’altra cosa». Prima di approdare alla palestra della Salewa, Vivian Manzardo, 14 anni, studentessa del liceo linguistico, ha fatto anche hockey, poi ha scoperto l’arrampicata e ha mollato le altre discipline.

Nella squadra agonistica maschile c’è Giacomo Pilotti, 15 anni, studente del liceo scientifico: «Non mi sono mai piaciuti gli sport di squadra, quando arrampichi invece ti trovi da solo a dover risolvere determinati passaggi. In palestra però hai il vantaggio di salire in sicurezza».

Del gruppo fa parte anche Dario Filippi, 15 anni, al quale il padre ha trasmesso la passione. Bouldering o corda? Anche lui è tra i giovanissimi che prediligono “salire” sui sassi.

Al Cai sono soddisfatti del buon successo che stanno riscuotendo i corsi: « A noi - dice Filippi - non interessa creare il campione ma dare a tanti ragazzi la possibilità di avvicinarsi a questa disciplina che in prospettiva dovrebbe portarli ad amare la montagna»

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