Finanza: il Fondo Dolomit perde il 21%

La crisi immobiliare ha ridotto in 6 anni il valore della quota


Antonella Mattioli


BOLZANO. Nel 2005, quando la Cassa di risparmio aveva proposto alla clientela di investire nel Fondo immobiliare chiuso Dolomit, il mattone dava le maggiori garanzie sia in termini di sicurezza che di guadagni. Poi il vento è cambiato all'improvviso e la quota del Fondo ha perso il 21%. Ma l'ingegner Andrea Brillo, vicedirettore generale della Cassa di risparmio oltre che ad di Sparim, e Mauro Corrada, responsabile sviluppo business di Sparim, rassicurano i 4 mila soci quasi tutti altoatesini, preoccupati per l'andamento del Fondo immobiliare che scade nel 2013 prolungabile fino al 2016. Essendo un fondo immobiliare chiuso, per tutta la durata non è possibile vendere le quote: determinante è quindi il rendimento ottenibile alla scadenza.

Il messaggio di Brillo e Corrada è questo: «Rreef Fondimmobiliari Sgr spa di Milano (fa capo a Deutsche Bank), che amministra il fondo, ha già pianificato le strategie da attuare quest'anno per contrastare lo scenario congiunturale negativo. Il piano prevede nuovi contratti di locazione, rilancio delle strutture commerciali, costruzione di impianti fotovoltaici, dismissione di una parte e valorizzazione. Obiettivo: recuperare le perdite e rilanciare il fondo». LE CIFRE. A fine 2010 il valore della quota del Fondo ha chiuso a 809,997 euro: una riduzione del -7,73% rispetto all'anno precedente che è andata ad aggiungersi al -13,6 del 2009. Il decremento è legato alla crisi del mercato immobiliare accentuata dalle difficoltà che interessano tutti i settori dell'economia. In questo quadro congiunturale complesso si sono ridotte le opportunità di disinvestimento, in quanto essendoci poca liquidità non è facile vendere a meno che non si voglia svendere, mentre i conduttori fanno sempre più fatica a pagare i canoni di locazione a causa del rallentamento dei consumi.

Il valore del portafoglio immobiliare del Fondo Dolomit - comprende 12 grandi immobili distribuiti sul territorio nazionale - a fine 2010 ammonta a 128 milioni di euro. «Il risultato d'esercizio - spiegano Brillo e Corrada - risente principalmente della svalutazione relativa al portafoglio immobiliare, per un importo di 9 milioni e 467 mila euro, poi ci sono gli accantonamenti al Fondo svalutazione crediti per 340.925 euro e le spese straordinarie a carico della proprietà per 940 mila euro: al netto di tali componenti negative la gestione ha un utile di 3 milioni e 600 mila euro».

LE CONTROMISURE.
La forte criticità del momento unita al fatto che non si intravedono ancora segnali di ripresa, impongono misure forti per rilanciare il fondo e recuperare le perdite: ciò sarà possibile però su un arco temporale non di due anni (scadenza naturale del fondo) ma di cinque. In questo quadro la società di gestione Rreef Fondimmobiliari Sgr ha messo a punto un piano strategico. Dei dodici immobili del fondo cinque sono business hotel, distribuiti tra Caserta, Mantova, Pontedera, Ravenna, Faenza: il settore fatica e si sta valutando l'opportunità di chiedere un cambio di destinazione d'uso. Due sono centri commerciali: uno a Varese, l'altro a Chieti.

La crisi ha ridotto i consumi e questo ha provocato la chiusura di negozi. Di buono c'è che si stanno stipulando nuovi contratti e questo dovrebbe facilitare l'eventuale vendita dei complessi commerciali. Tre le strutture logistiche: la crisi ha colpito duro anche questo settore ed è stato necessario ridurre gli affitti. Di qua la decisione di ottimizzare l'utilizzo e quindi la rendita degli immobili. Come? Si stanno affittando i tetti delle strutture ad imprenditori interessati a costruire e sfruttare l'energia prodotta dagli impianti fotovoltaici. I complessi di uffici sono due e sono in Lombardia: l'offerta in questo momento è tanta, ma a quanto pare comincia a muoversi anche la domanda.

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