Fondazione Mach e Laimburg: parte il primo dottorato congiunto

Frutticoltura, la ricerca sarà incentrata sulla cosìddetta «stanchezza» del terreno



Parte il primo progetto di dottorato congiunto tra Fondazione Edmund Mach (San Michele all’Adige) e Centro di sperimentazione Laimburg incentrato dul tema della stanchezza del terreno in frutticoltura. In questi giorni i due enti hanno stipulato un protocollo aggiuntivo all'accordo quadro per l'assegnazione di borse di studio a giovani ricercatrici e ricercatori.

"La stipula di questi atti concretizza l'accordo quadro tra Fem e Laimburg siglato a luglio 2011 e ci permette di contribuire all'alta formazione di giovani ricercatrici e ricercatori che possono seguire progetti di ricerca presso i nostri istituti", dichiarano Roberto Viola, dirigente del Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Edmund Mach e Michael Oberhuber, direttore del Centro di sperimentazione Laimburg.

Il protocollo aggiuntivo prevede la promozione annua di alcune borse di studio per dottorati di ricerca. L'obiettivo èquello di attirare in Trentino-Alto Adige scienziati altamente qualificati per la ricerca. Per svolgere le ricerche i dottorandi avranno la possibilità di sfruttare la rete internazionale delle collaborazioni con Università ed Istituti di tutto il mondo, dalla Nuova Zelanda fino agli Stati Uniti.

Il primo progetto di dottorato congiunto tra Fem e Laimburg è già partito. Si tratta del progetto "Resoil", seguito da una giovane ricercatrice italiana, dedicato alla stanchezza del terreno in frutticoltura.

Nell'ambito del progetto sarà confrontato il materiale genetico di campioni di terreno proveniente da zone colpite e non colpite da questa patogenesi. Tramite queste ricerche è possibile trarre delle conclusioni sulla presenza di microrganismi nel suolo e di trovare dei punti di riferimento sulle origini di questo fenomeno.

La stanchezza del terreno sta per diventare una vera e propria sfida per la frutticoltura del Trentino-Alto Adige, perché i nuovi alberi di frequente vengono piantati proprio nella stessa posizione delle piante rimpiazzate.













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