Fondazione Teatro e auditorium Buco in bilancio di 400 mila euro 

Mancati introiti. La stagione dell’Orchestra Haydn è stata una corsa a ostacoli, il Teatro Stabile le ha provate tutte A sanare la falla saranno Comune e Provincia. Caramaschi: «Faremo un’indagine interna sulle risorse disponibili»


Paolo Campostrini


Bolzano, Sale vuote o dimezzate, una strage di abbonamenti, la sera che smette di essere luogo di incontro e che diventa l’ora della ritirata. Il Covid è calato sulla musica e sulle stagioni teatrali come un vento artico. Ma se fino a ieri la misura di questo tsunami era affidata ai tavoli previsionali, ora c’è un indicatore: il buco di bilancio della Fondazione teatro e auditorium. Nella sua ultima riunione, l’altro giorno, è stato quantificato in almeno 400 mila euro. «Speriamo in dicembre – azzarda il suo presidente, Oliver Blaha – anche se bisogna essere molto ottimisti».

La sofferenza del bilancio è presto giustificata: la stagione della Haydn è stata una corsa a ostacoli, tra una sessione primaverile bloccata dalla prima ondata e una autunnale che non è stata in grado neppure di avviarsi. Lo stesso per lo Stabile. Il quale ha provato a non fermarsi attivando tutte le possibili procedure di movimentazione dei cartelloni, disponendo distanziamenti nelle sale, fluidificando l’offerta, mettendo in campo anche una sorta di didattica a distanza applicata agli spettacoli teatrali. Perfino chiedendo a Paolo Rossi e alla sua compagnia di portare parole e musica per le strade del centro così da attirare il pubblico serale. «Ma la questione è che la gente ha paura – ammette Blaha – e se anche si trovasse la formula magica in questa fase, abbiamo capito che dobbiamo fare i conti con una naturale ritrosia delle persone a entrare in luoghi chiusi o ad affrontare il contatto con altri. E qui c’entra poco la strategia di marketing e moltissimo il clima che si respira».

Sta di fatto che questa diminuzione degli introiti cadrà sulle spalle degli “enti fondatori”, dunque sulla spesa pubblica. Gli enti sono Provincia e Comune, che ripianano ogni anno le spese per muovere la macchina teatrale e musicale nei due principali luoghi urbani in cui questa si attiva, vale a dire l’auditorium e il nuovo teatro comunale. «Faremo un’indagine interna sulle risorse disponibili – dice il sindaco – e poi agiremo sul bilancio. Nel tentativo di trovare strumenti per non gravare troppo». Caramaschi, che si è tenuto per sé la competenza sul patrimonio, intende dire che sarà necessario muoversi anche negli anfratti ricavabili dalle politiche di risparmio attivate nella scorsa legislatura e che hanno reso Bolzano il municipio meno indebitato dell’intero Paese. Tuttavia non sarà solo il Comune a dover correre in aiuto della Fondazione. Anche la Provincia ha il dovere istituzionale di farlo dividendosi le spese con l’altro partner fondatore.

La questione comunque non finisce qui: «Perché quest’anno è andato così, dunque male – insiste Blaha –, ma se questa situazione dovesse proseguire anche oltre dicembre il teatro e le orchestre avrebbero un orizzonte critico troppo vasto per immaginare di uscire indenni dall’emergenza». Perché agli oltre cinque mesi di fermo del 2020 si dovrebbero aggiungere quelli possibili il prossimo anno. Senza contare, come osserva il presidente, che ci sono situazioni critiche anche rispetto ai singoli orchestrali o ai tecnici e ai lavoratori della macchina teatrale a far lievitare le criticità complessive. Questi 400 mila euro di buco in bilancio, insomma, potrebbero essere solo la punta di un iceberg e tutto il sistema della contribuzione pubblica riguardo a istituzioni di questo tipo diventerebbe oggetto di riflessione. Anche perché già ora, ad esempio, il bilancio provinciale promette lacrime e sangue per le prossime decisioni di spesa.













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