Fondi riservati: Rispoli interroga Durnwalder

L’inchiesta è chiusa. Il governatore uscente è stato convocato per il 31 gennaio. Il presidente avrà modo di chiarire la sua posizione



BOLZANO. Il governatore uscente Luis Durnwalder sarà nuovamente interrogato dal procuratore Guido Rispoli (nell'ambito dell'inchiesta sulle cosiddette spese riservate) il prossimo 31 gennaio. Dopo l'avviso di conclusione indagine (che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio) era stato l'avvocato difensore Gerhard Brandstätter a chiedere, codice alla mano, di essere nuovamente interrogato per cercare di chiarire alcuni aspetti con il procuratore prima della decisione di quest’ultimo di depositare l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio. Come si ricorderà le accuse nei confronti di Luis Durnwalder sono molto dettagliate e complesse sotto il profilo prettamente giuridico. Nessuno contesta infatti a Durnwalder di essersi intascato un solo centesimo. Il problema riguarda invece la presunta illegittimità di gestire fondi pubblici non osservando i principi generali dettati anche dalla Corte di Cassazione e che riguardano la totale trasparenza e giustificazione delle spese sostenute.

In altre parole la Procura non ritiene che possano essere gestiti fondi pubblici con semplici autocertificazioni (dunque auto dichiarazioni) sull'impiego dei soldi stessi. E' una questione formale, ma è su questo punto centrale che si basa il procedimento deciso dalla Procura. In effetti il capitolo sulle autocertificazioni è quello più corposo dell'inchiesta. Si tratta della gestione di 343.470 euro che il governatore - per sua stessa ammissione - ha corrisposto a terzi "uti princeps" , a titolo di elargizioni , offerte o donazioni in assenza di una giustificazione causale certa.

L'accusa si basa sul rispetto delle norme generali della contabilità pubblica richiamate dalla sentenza del 2009 della Corte di Cassazione con un principio cardine di fondo: in via generale per poter utilizzare fondi pubblici è necessaria a priori una giustificazione contabile puntuale, coeva e verificabile. In caso contrario - sostiene la Procura - l'utilizzo di soldi pubblici configura il reato di peculato. E' sotto questo profilo che il procuratore Guido Rispoli considera sostanzialmente carta straccia le autocertificazioni prodotte da Durnwalder sulle donazioni a terzi. (ma.be.)

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