Fondi Ue, «sanatoria» della Provincia

Heiss: «I finanziamenti congelati potranno essere versati agli enti dall’amministrazione». Critiche della Corte dei Conti



BOLZANO. Arriva la sanatoria per i fondi bloccati da Bruxelles. I finanziamenti congelati ad associazioni ed enti titolari di progetti Fse verranno garantiti dalla Provincia. C’è anche questo in una delle quattro leggi omnibus presentate ieri dalla giunta provinciale alle parti sociali, prima dell’avvio dell’esame, in una affollata seduta a Palazzo Widmann con sindacati, vertici delle categorie economiche e consiglieri provinciali. La sanatoria è inserita nella omnibus economica, la n.18. Ma proprio sulla attuazione dei programmi comunitari la Provincia riceve una pesante stoccata da parte della Corte dei Conti, all’interno del Giudizio di parificazione sul rendiconto generale della Provincia per l’esercizio finanziario 2013, appena depositata in consiglio provinciale. Da oltre un anno la Provincia è alle prese con le contestazioni dell’Unione europea su una serie di progetti del programma 2007-2013. Tra i casi più eclatanti, il congelamento dei fondi alla Fondazione Gustav Mahler, ma l’elenco vede anche numerose associazioni, tra cui il Bauernbund. «Questa è una sanatoria in piena regola per venire incontro alle associazioni che si trovano in serie difficoltà per il congelamento dei fondi», sottolinea Hans Heiss (Verdi), «Il problema è che le verifiche della Commissione europea sono sfociate in contestazioni pesanti alle modalità di gestione dei progetti». Questo l’articolo 10 della legge: «Nel caso di progetti approvati, ma non certificati, nell’ambito di programmi afferenti i fondi strutturali, la giunta provinciale è autorizzata a disporne il finanziamento a carico del bilancio provinciale, a condizione che le attività siano state realizzate integralmente e risultino di evidente interesse pubblico».

Nella relazione della Corte de i conti sul 2013 si ripercorre la vicenda delle contestazioni della commissione europea sull’utilizzazione dei fondi comunitari per arrivare a concludere che «le gravi criticità riscontrate dalle autorità comunitarie, attualmente oggetto di ulteriori approfondimenti, ed in particolare l’alto tasso di errore rilevato nei progetti presi in esame (66,29%), inducono ad esprimere gravi dubbi in ordine alla attendibilità e regolarità degli impegni e dei pagamenti effettuati». Per quanto riguarda i progetti effettuati dall’ufficio Fse, responsabile dei controlli di primo livello, il medesimo, sottolinea la Corte dei Conti, «ha evidenziato di avere verificato 300 rendiconti intermedi, relativi a 209 progetti per un importo complessivo di 12.643.688 euro, di cui ammesso a finanziamento ed erogato ai beneficiari per euro 7.563.182. Tra le irregolarità riscontrate, «spese non documentate in modo adeguato, errori di imputazione, incoerenza tra le voci di spesa a preventivo, pagamenti in contanti, errori nel calcolo del costo orario del personale». 48 i rendiconti finali verificati, per un importo di 6,698 milioni, con obiezioni sollevate, tra l’altro, su «mancato rispetto delle procedure di affidamento degli incarichi, mancata o non corretta documentazione delle ore di docenza, il superamento dei costi orari massimali». (fr.g.)

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