Fra due mesi chiude l’ufficio postale di Pineta di Laives

Da metà aprile serrande abbassate anche a Laghetti di Egna Sindacati indignati: politica assente, favorite le valli


di Bruno Canali


LAIVES. “Cari residenti di Pineta di Laives, ci dispiace ma fra due mesi non avrete più a disposizione il vostro bell’ufficio postale. Idem accadrà pure a Laghetti di Egna. Scusateci, ma siamo proprio stati costretti a tagliare i servizi”. Già così sarebbe stato un brutto colpo, se Poste italiane lo avesse reso noto con un minimo di tatto, ma invece non ci si è nemmeno presi la briga di avvertire la popolazione. È stato semplicemente un fulmine a ciel sereno, senza spiegazioni, comunicato ai sindacati con delle semplici slide, senza alcun genere di trattativa: dal giorno 13 aprile si chiude. E basta. Si chiude a Pineta, e pure a Laghetti, che non fanno Comune, mentre altri uffici della periferia sudtirolese, che parimenti non fanno Comune, rimarranno invece aperti. E si chiude senza che la politica abbia mosso un passo. Rimane aperto Soprabolzano. Rimane aperto Cornaiano. Rimane aperto Anterselva. Anche se non fanno Comune, lì si tiene aperto. A Pineta e Laghetti, invece, si chiude. Perché? Non è dato saperlo.

Mercoledì pomeriggio a Bolzano si è tenuta quella che i sindati definiscono una raccapricciante riunione.

I vertici aziendali di Mestre, in pompa magna, hanno annunciato la chiusura dell'ufficio postale di Pineta di Laives, attualmente aperto a tempo pieno. In più, la chiusura dell’ufficio postale di Laghetti, già razionalizzato e attualmente aperto 18 ore settimanali, oltre ad altre tre razionalizzazioni per così dire di minore entità (Brennero, da sei a tre giorni di apertura al pubblico; Cortaccia, da sei a tre giorni di apertura al pubblico; La Valle, da quattro a tre giorni di apertura al pubblico). Il piano di razionalizzazione troverà applicazione dal 13 aprile.

L'azienda sostiene di aver esclusivamente applicato il combinato disposto del decreto Scaiola e di una delibera dell’Agcom. I sindacati non riescono però a capacitarsi circa l'imminente chiusura dell'ufficio postale di Pineta di Laives, un cosiddetto ufficio Dup monoperatore, con orario a tempo pieno, che copre un territorio molto ricco, con ancora grosse potenzialità di crescita (vista l’immediata periferia sud di Bolzano) e per di più con un elevatissimo traffico (libretti, conti correnti postali e operazioni giornaliere effettuate).

Basti pensare che la Cassa Rurale, a Pineta di Laives, paese con oltre 1.700 abitanti, è arrivata dopo le Poste e attualmente impiega ben quattro unità a tempo pieno (direttore e tre impiegati) al fine di garantire l'apertura su cinque giorni, mattina e pomeriggio.

Ma cosa sta succedendo? si chiedono i sindacati. Succede che in Alto Adige, in tutti i centri abitati che non fanno Comune, a partire dal 13 aprile Poste Italiane smetterà di erogare qualunque servizio, sia postale in senso lato (distribuzione corrispondenza), che sportelleria?

Tale decisione, spiegano i lavoratori delle Poste, peraltro in molti casi non giustificata dai numeri di traffico, introduce di fatto un nuovo concetto di cittadino. Quello di serie A, che potrà disporre di tutti i servizi, e quello di serie B, che paga le tasse come il cittadino di serie A ma non beneficia degli stessi servizi. Insomma verrà ufficializzato il venir meno della “socialità” del servizio Postale.(da.pa e b.c.)

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