Frana a Sinigo, le rocce sfiorano un capannone
Seicento metri cubi di materiale roccioso sono caduti a pochi metri dal centro di riciclaggio in zona industriale. Gli operai sono fuggiti in tempo
MERANO. Il muro di roccia sovrastante il centro di riciclaggio e smaltimento dei fratelli Picelli a Sinigo è tornato a tuonare e a rovesciare sassi e macigni di varie dimensioni, alcuni davvero spaventosi.
Se, stando alle stime dei vigili del fuoco, lunedì la prima scarica di pietre era stimabile in una cinquantina di metri cubi, con quelle successive e soprattutto quella del primo pomeriggio di ieri il totale del materiale piovuto potrebbe raggiungere i 5-600 metri cubi. L’ultima frana, ieri alle 14 circa, si è annunciata con un boato che ha scosso il personale impegnato al lavoro che si è rapidamente levato di torno.
Tutti incolumi in un clima di profondo spavento, carico della sensazione di essere scampati al peggio per un soffio. Il volo delle rocce è stato arginato da un terrapieno, dopo che le reti di protezione erano state danneggiate dalle precedenti scariche, ma è questione di spanne e la frana avrebbe potuto raggiungere il piazzale se non gli uffici dell’azienda.
I primi ad accorrere sono stati i vigili del fuoco di Montefranco, una squadra di una dozzina di volontari. "Per fortuna – racconta il comandante del corpo Martin Markt – il rumore del distacco delle rocce ha avvertito gli operai che sono fuggiti. Abbiamo messo in sicurezza l’area, sostanzialmente delimitandola e proibendo l’accesso. Ora saranno i geologi della Provincia a decidere quali passi compiere".