«Frisbee», distrutta tutta l’area ricerca

Le fiamme hanno raso al suolo i laboratori dell’azienda bolzanina leader in Italia: centinaia di migliaia di euro i danni


di Alan Conti


BOLZANO. I marchi Frisbee e Dinghi sono notissimi ai bolzanini, ma anche a tanti italiani che hanno scelto la bicicletta elettrica a pedalata assistita. Una rivoluzione tutta altoatesina che ha fatto breccia sul mercato internazionale e che ha reso la Tc Mobility una delle aziende più innovative del panorama europeo. Logico che il core business di un piccolo gioiello come questo fosse il laboratorio di ricerca che l’incidente di mercoledì nella sede al civico 10 di via Copernico ha spazzato via. Il giorno dopo, a fiamme spente, la lista dei danni è impressionante. «Tra magazzino e officina c’erano stoccate centinaia di biciclette - spiega il titolare e fondatore di Tc Mobility, Maurizio De Concini - oltre all’attrezzatura per l’officina dedicata alle riparazioni e la strumentazione di ricerca. Lo studio e lo sviluppo sono sempre stati seguiti in via Copernico. Oltre a questo ci sono evidenti conseguenze sulla struttura: il tetto, per esempio, è del tutto compromesso».

Ieri ci sono stati i sopralluoghi dei tecnici dell’assicurazione dell’azienda e dei vigili del fuoco del corpo permanente di Bolzano, che ha mantenuto un presidio notturno in via Copernico.

«Trattandosi di un rogo industriale - spiega il funzionario Giuseppe Felis - abbiamo ritenuto opportuno tenerlo monitorato costantemente». Troppo presto per avere le stime esatte dei danni e comprendere le cause. «Non escludiamo ancora nulla, ma la causa accidentale sembra la più probabile». Il dolo pare sostanzialmente escluso: quando il fuoco si è acceso, infatti, all’interno dell’azienda c’era solo una segretaria al lavoro nel suo ufficio. Per quanto riguarda i danni, invece, la sensazione è che si vada verso una stima di centinaia di migliaia di euro. Otto i dipendenti dello stabilimento: fortunatamente nessuno di loro (a parte la segretaria, che si è messa in salvo subito) si trovava in azienda al momento dell’incendio. Restano, però, delle ovvie difficoltà nel ripartire con la produzione. «Un duro colpo, ma dobbiamo rialzarci» chiude De Concini. Dati certi, invece, si ottengono dall’Agenzia provinciale per l’ambiente con il responsabile del laboratorio di chimica fisica Luca Verdi, il quale rassicura: «Possiamo dire di non aver avuto conseguenze ambientali dall’incidente. Certo, il fumo che si è sprigionato è stato avvertito moltissimo dalla popolazione perché le correnti in quota hanno spinto la nube verso nord-ovest in direzione di alcuni quartieri popolari. L’unica variazione che abbiamo registrato, tuttavia, è stata di 10 microgrammi delle pm 10 alla centralina 5 di piazza Adriano che è passata da 20/30 mg a 40 mg. Un rialzo non preoccupante avvertito subito dopo l’incendio e che, fortunatamente, è durato appena un’ora e mezza. Dato l’esiguo intervallo di tempo e la regolarità di tutte le altre stazioni di rilevamento possiamo dire che non ci sono stati scompensi. Per ulteriore conferma abbiamo predisposto un’analisi chimica più specifica che richiederà qualche giorno in più. Una volta ottenuti i risultati di questa ispezione pubblicheremo anche quelli».

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