Funivia, un progetto che divide la città

Conto alla rovescia per la consultazione popolare sulla realizzazione di un collegamento aereo verso Sant’Andrea


di Robert Tosin


BRESSANONE. Non è una battuta: della funivia che da Bressanone sale alla Plose se ne parla dal 1908. Anzi, all’epoca c’era pure il progetto (e qualcuno sostiene che ancora oggi alla base di partenza si vedono le fondamenta della stazione) che da Millan avrebbe dovuto salire in quota proprio fino in cima alla montagna brissinese. Poi la guerra cancellò voglia e idea. Se ne riparlò più di recente negli anni del boom economico, ma c’erano grossi dubbi sull’economicità dell’intrapresa e tutto naufragò. Ora siamo invece arrivati fino al referendum, sulla base di uno studio datato 2012, anno in cui politicamente si è concretizzato il convincimento. Ma le polemiche non si sono per niente sopite. Ad un folto schieramento di favorevoli si contrappongono i contrari. Ma l’oggetto del contendere non è tanto la funivia in sè, quanto il suo tracciato e soprattutto la base di partenza.

Il progetto. Con il sì della Provincia e dell’amministrazione comunale all’idea, il tecnico svizzero Stephan Besier ha presentato uno studio generale sull’ipotesi, studiandone motivazioni, sviluppo e punti di partenza e di arrivo. Mettendo in luce aspetti positivi e negativi, alla fine il suggerimento fu quello di realizzare una funivia a tre funi con partenza dalla stazione dei treni e arrivo al parcheggio dell’impianto per la Plose. Da qui raggiungerebbe il paese di S.Andrea con un ascensore inclinato.

I costi. Non essendoci un progetto, difficile fare i conti precisi, ma ultimi aggiornamenti parlano di un impegno finanziario di 35 milioni di euro, il 75% dei quali dovrebbero essere coperti dalla Provincia (solo a patto che si parta dalla stazione). Un’altra parte (10 milioni)arriverebbe dai privati, il rimanente ce lo metterebbe il Comune.

I vantaggi. La funivia è pensata essenzialmente per i turisti, ma deve anche essere in grado di svolgere una funzione pubblica di trasporto di pendolari e studenti. La partenza dalla stazione permetterebbe di realizzare, in un punto relativamente vicino al centro storico, un’area intermodale di riferimento per tutta la città (arrivando a costituire un anello di quel progetto di “megacarosello” provinciale che porterebbe i turisti dalla Plose a Plan de Corones senza togliere gli sci dai piedi).

Gli svantaggi. Un centro intermodale in quel punto intaserebbe di traffico un’area che non ha molti margini e sarebbe necessario trasformare a senso unico la strada di accesso e quella di uscita. Inoltre, il tracciato funiviario comporta inevitabilmente il sorvolo di una serie di abitazioni (i numeri sono discordanti: si va da 30 abitazioni a 150) con conseguente deprezzamento dell’area e problemi di sicurezza. Tra i dubbi anche l’effettiva convenienza economica, posto che gli studenti e gli stessi potenziali pendolari difficilmente userebbero quel mezzo di trasporto, troppo lontano sia dalle scuole che dall’area industriale.

Il quesito referendario. Si è voluto arrivare a una sorta di mediazione, dopo che il consiglio aveva bocciato il primo quesito. Le opposizioni (e qualcuno della maggioranza) pretendeva che nel quesito si offrisse effettivamente la possibilità ai cittadini di scegliere tra diverse opzioni per individuare il miglior sito di partenza. Il sindaco (e la Provincia) hanno sempre voluto evitare questa soluzione: l’unica possibilità di scelta era sì alla funivia (con partenza tassativa dalla stazione), oppure niente. Per ottenere i voti sufficienti in consiglio per avviare il referendum, il sindaco ha accondisceso ad aggiungere delle opzioni, ma non quella del sito di partenza. Una delle ipotesi inserita - mutuata da uno dei comitati contrari - è quella di potenziare il trasporto pubblico su gomma e quindi, di fatto, non fare la funivia.

La battaglia politica. La questione funivia è piuttosto trasversale. Se la Svp è decisamente schierata a favore della stazione di partenza dalla ferrovia, gli altri partiti sono tentennanti. Il Pd al proprio interno non è compatto, mentre gli ambientalisti Ecosociali sono contrari: entrambi, per dovere di coalizione, si sono però allineati. I Freiheitlichen da quando sono diventati funzionali alla maggioranza si sono intiepiditi. A rimanere contraria resta l’opposizione.













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