Gareggiare insieme all’Austria? Gli atleti si tirano fuori 

Freddi i nostri campioni sulla possibile «nuova» nazionale Da Carolina Kostner a Innerhofer: «Stiamo bene così»


di Marco Marangoni


BOLZANO. Dal «sono italiana e onorata di gareggiare per il mio paese» di Carolina Kostner al «è tutto in alto mare, non c’è nulla di concreto» di Heinz Gutweniger, presidente del Coni altoatesino, passando per il «mi sento italianissima» di Manuela Mölgg. Il mondo dello sport altoatesino sulla polemica scoppiata sulla doppia cittadinanza preferisce restare abbottonato, ma c’è comunque chi rilascia qualche dichiarazione. Va ricordato che gran parte fa parte di gruppi sportivi militari. Carolina Kostner fa i complimenti all’Austria come territorio, ma preferisce proseguire a gareggiare sotto la bandiera italiana: «Non sono aggiornatissima sulla vicenda in quanto sempre fuori Italia in questo periodo. Ogni tanto tornano fuori polemiche di questo tipo. Quello che mi sento di dire è che l’Austria è una terra bellissima, ma francamente non penserei mai di gareggiare per un paese che non è il mio. Sono italiana, onorata di gareggiare per il mio paese». Il numero uno dello sport in Alto Adige, Gutweniger per il momento è perplesso: «Non c’è nulla di concreto, se questo doppio passaporto arriverà, vedremo cosa faremo. Per il momento è inutile fare premesse e speculazioni, perché eventualmente bisognerà capire quali competenze eventualmente ingloberà, se solo economiche o solo etniche». Il presidente del Coni altoatesino fa l’esempio degli stranieri che attualmente giocano nei campionati: «Basta fare un paragone con i giocatori di hockey, pallamano o pallavolo stranieri che giocano anche se hanno la doppia cittadinanza. Le federazioni hanno la facoltà di decidere quante persone straniere poter far giocare nei propri campionati». Gutweniger conclude dicendo: «Non posso pensare che Fill o Innerhofer oggi gareggino in Val Gardena con l’Italia e domani gareggiano in Austria come austriaci». Da Roma, a margine della cerimonia dei Collari d’Oro del Coni, la leggenda dei tuffi Klaus Dibiasi parla di propaganda politica: «In Alto Adige abbiamo più privilegi rispetto ad altre zone d’Italia (cita la Val d’Aosta, ndr), stiamo molto meglio e credo che nessuno voglia andare con l’Austria. Certo, prima l’Alto Adige o Sudtirolo era Austria, posso capire,ma adesso è Italia. Posso dire di essere orgoglioso di essere italiano e nello stesso tempo sudtirolese». Altra leggenda dello sport è senza dubbio Gustav Thöni, che preferisce restare cauto nelle dichiarazioni: «Sono nato in Italia e sono cittadino italiano. Alla mia età (66 anni) non mi pongo più problemi se gareggiare con l’Italia o con l’Austria. È una cosa politica, siamo in Europa. Non mi faccio tanti pensieri, è stato solo ipotizzato. Vedremo cosa accadrà». Lo sciatore Christof Innerhofer dice che «sono discorsi inutili e lascia spazi a chi non ha da fare nulla e quindi discute di queste cose. Sono almeno otto anni che sento questa problematica». Dello stesso avvio è Hannes Kiem, capitano della Virtus Bolzano: «Ci sarebbero temi più importanti, come l’immigrazione ed il fatto che negli ospedali c’è sempre da aspettare tanto per una visita. Il doppio passaporto non darebbe nessun beneficio».

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