patrocinio negato alla sfilata 

Gay Pride, Rossi sotto attacco

Pioggia di critiche nel centrosinistra e nella società civile: ci ripensi



BOLZANO. Il governatore Rossi ci ripensi: dia il patrocinio della Provincia al Dolomiti Gay Pride di Trento. Ferma la condanna delle forze di centro sinistra, secca la richiesta dell’Associazione genitori di omosessuali, dura la condanna da parte di una grossa fetta di rappresentanti della società civile. I comuni di Trento, Bolzano e Merano hanno dato il proprio patrocinio, attesa per la prossima settimana la decisione di Kompatscher per la Provincia di Bolzano e per la Regione. Poco importa che la negazione del patrocino della Provincia di Trento sia circoscritta alla sola sfilata e non alla la manifestazione del 9 giugno nel capoluogo; le voci della protesta alla decisione del presidente Rossi si levano alte contro una negazione della parte per il tutto. Dire no alla sfilata equivale a dire no ad una manifestazione per i diritti civili. Un errore politico.

Nel solco di una tradizione che va nell’opposta direzione, quella del centro sinistra, la scelta di Rossi è motivo di una ferma presa di distanza.

Lucia Maestri, Pd: «Il nove giugno io sarò in piazza con tutte e tutti. Non da oggi, come sempre». Pensiero social al quale si aggiunge, nella medesima piazza, anche la riflessione del collega Alessio Manica: «Visto il percorso fatto in questa legislatura sui diritti civili non concedere il patrocinio è un errore. Il Trentino è da molti anni una terra attenta al rafforzamento e alla tutela dei diritti sociali e civili di tutti e tutte. Abdicare ora a questa nostra vocazione per inseguire altre forze politiche sul loro terreno o per strizzare l’occhio a qualcuno è autolesionistico».













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