Geisler, pena ridotta da 9 a 6 anni

L’artigiano è in galera con l'accusa di aver tentato di uccidere l'ex fidanzata e il nuovo compagno di lei


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Thomas Geisler, l'artigiano meranese accusato di aver tentato di uccidere in via Cavour a Merano (investendoli in auto) l'ex fidanzata ed il nuovo compagno di lei, ha ottenuto ieri una sensibile riduzione della pena in Corte d’appello. In primo grado era stato condannato a nove anni di reclusione con l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e l'interdizione legale per la durata della pena: ieri in secondo grado la condanna è stata ridotta a sei anni in quanto i suoi legali (gli avvocati Marco Mayr e Mark Antonio De Giuseppe ) hanno ottenuto il riconoscimento delle attenuanti generiche (tra il resto prevalenti sulla contestata aggravante) che il giudice di primo grado aveva negato. Ad impugnare la sentenza di primo grado davanti alla Corte d’appello era stata anche la Procura che aveva deciso di tornare alla carica per riproporre l’aggravante della premeditazione, caduta davanti al tribunale. In realtà, trattandosi di un giudizio con rito abbreviato, l’impugnazione esercitata dalla Procura è stata dichiarata inammissibile e la difesa ha potuto ottenere quanto si era prefissata e cioè una riduzione di pena tale da permettere all’imputato di non dover far ritorno in cella in fase di espiazione pena, posto che potrà essere affidato ai servizi sociali in prova. Dalla scorsa primavera Thomas Geisler ha potuto lasciare il carcere in quanto agli arresti domiciliari presso una struttura di recupero e cura di carattere psicologico (S. Isidor) sul Colle. Ieri in udienza i difensori hanno sottolineato la fragilità psicologica dell’imputato che all’epoca dei fatti (25enne) non riuscì a gestire un rapporto a dir poco burrascoso con la sua ex fidanzata (dalla quale aveva anche una figlia) e che lo avrebbe coinvolto in una relazione fatta di alti e bassi con continui abbandoni e ritorni di fiamma in una sorta di sfida continua con un’amante di lei. Nel corso dell’inchiesta fu una consulenza psichiatrica a indicare i limiti caratteriali dell’imputato che perse letteralmente la testa a seguito del comportamento della sua donna. Il perito non aveva rilevato alcun vizio (nè parziale nè totale) di mente però aveva sottolineato che nel periodo dei fatti il ragazzo manifestava una evidente fragilità psicologica che ha finito per tradirlo. Insomma Geisler aveva bisogno di essere curato e proprio in questa ottica il giudice gli concesse gli arresti domiciliari presso la struttura del Colle che gli sta facendo riacquistare gradualmente fiducia e serenità.

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