Gelmini: «Questa sinistra vi carica solo di tasse»

L’ex ministro: «Scuola, la riforma non mi piace: ci sono precari di serie A e B» Urzì firma le prime ordinanze da «sindaco» su accattonaggio e costi della politica


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Mariastella Gelmini, autrice di una contestata legge sulla scuola, passa volentieri dall’altra parte. La riforma di Renzi, con gli insegnanti in piazza, diventa allora «un pasticcio, altro che buona scuola: distingue tra precari di serie A e B». L'ex ministro, ora deputata di Forza Italia, ha chiuso ieri la campagna elettorale di Forza Italia e del candidato sindaco Alessandro Urzì, sostenuto anche da Alto Adige nel cuore e Unitalia. Con il tailleur bluette è sembrato strano vederla a Bolzano senza l'amica Michaela Biancofiore, che ha tenuto fede fino all'ultimo all'impegno «non muovo un passo in questa campagna elettorale, e poi vediamo». In attesa della resa dei conti, il gruppo dirigente di Forza Italia, in rotta con la pasionaria, ha fatto ieri gli onori di casa. Il capolista Enrico Lillo porta i fiori con la candidata Paola Orlandini. Franco Murano, secondo in lista, sfida i gufi («possiamo arrivare all'8% e fare quattro consiglieri»). Mariastella Gelmini scivola sulle baruffe locali. «Michela l'ho sentita al telefono, c'è, è una dirigente del partito e sostiene i candidati decisi dal partito. Alla Camera si è battuta come un leone contro la legge elettorale che toglierà rappresentanza al gruppo italiano dell’Alto Adige», dice. L’ex ministro vola basso volutamente, ammette il momento critico per Forza Italia: «In una stagione che sembra lasciare spazio solo a Renzi e alle sue narrazioni è bello vedere che si sono tante persone perbene che portano avanti le idee del centrodestra. Quando era tutto facile, eravamo pieni di persone che usavano Forza Italia come un taxi. Salivano e poi scendevano senza neppure pagare il conto. Serve anche l’autocritica della classe dirigente, ma i cittadini sono lì, non hanno cambiato idea, Berlusconi è fortissimo, l’Italia è moderata ed è ora di liberarci delle bugie di Renzi». Così il suo appello al voto per Urzì e per la lista di Forza Italia. «L’Imu qui si chiama Imi, ma è la stessa cosa. I bolzanini hanno la possibilità di voltare pagina. Conoscono la sinistra. Possono continuare a pagare troppe tasse o voltare pagina. Attenzione, l’avversario non è solo la sinistra, ma anche l’astensione. Invitate tutti ad andare a votare».

Lillo rivendica. «Abbiamo unito l’80 per cento del centrodestra. Più di così non potevamo fare. Nella nostra lista c’è uno spaccato di Bolzano: giovani, consiglieri comunali uscenti e persone del tutto nuove alla politica. Renzi è venuto qui come il salvatore della patria, ma il giorno prima aveva fatto approvare l’Italicum, che zittisce gli italiani dell’Alto Adige». Urzì parla di scommessa vinta: «Siamo riusciti a dare un segnale di unità che molti ritenevano impossibile. Nessuno vincerà al primo turno, Spagnolli lo ha capito. E al ballottaggio si riapriranno i giochi». Più tardi in piazza Don Bosco appuntamento finale di Urzì con i tre partiti. Con Donato Seppi (Unitalia) e Lillo, Urzì firma le prime ordinanze che si impegna a varare in caso di elezione a sindaco. Tra queste, divieto di accattonaggio, «che sarà fatta rispettare al contrario di quelle civetta licenziate da Spagnolli e mai attuate», cancellazione dell’addizionale Irpef comunale, riduzione delle indennità di sindaco e giunta.

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