Gestione impianti sportivi Società contro il Comune

Bufera nell’assegnazione di palestre e strutture: «Pratiche poco trasparenti» Il direttore dell’ufficio: «Non è prevista la pubblicazione di tutte le nostre scelte»


di Alan Conti


BOLZANO. Per chi fa sport il luogo dove allenarsi non è esattamente un dettaglio. A Bolzano chi gestisce questa leva è l'ufficio sport che ogni anno agonistico assegna e dirige il traffico delle strutture. Palestre e impianti vengono assegnati da una commissione che non può accontentare tutti, ma che da qualche mese alimenta un po' troppo malcontento tra le realtà sportive della città.

Hanno alzato il sopracciglio da ogni angolo: dal volley all'atletica passando per il calcio femminile, il karate o l'hockey su ghiaccio. Impossibile accontentare tutti, ma la richiesta di una virata verso una maggiore trasparenza è ormai evidente e tambureggiante.

L'ultima scintilla che accende il fuoco della discussione è l'amarezza della Saf raccontata dal responsabile e allenatore Alessio Fuganti sui social network. «Abbiamo fatto richiesta per due palestre scolastiche che riteniamo funzionali alle nostre esigenze (Carducci e Langer) e ci è stata assegnata quella della scuola Foscolo dove avevamo espressamente chiesto di non tornare. Per ogni singola richiesta abbiamo presentato domanda ufficiale con marca da bollo di 16 euro, ma nessuno ci ha risposto per quali motivi esattamente siamo stati esclusi e in favore di quali altre realtà».

I criteri generali dirimenti per l'assegnazione sono piuttosto ampi con la preferenza a società che fanno attività federali, sport giovanile e amatoriale. La Saf fa l'en plein eppure non la spunta. I dubbi, dunque, vengono girati a chi segue direttamente l'assegnazione: l'ufficio sport diretto da David Koessler, ex segretario particolare del vice sindaco. «Nello specifico per Carducci e Langer, che sono le palestre più nuove, avevamo richieste da riempirle quattro o cinque volte. Evidente che dobbiamo compiere delle scelte secondo orari e disponibilità».

In caso di parità di condizione tra società che soddisfanno tutti e tre i criteri di massimo come procede la commissione? «Si valutano altri aspetti come il numero di sportivi o giovani interessati e lati tecnici legati al tipo di sport: le discipline di squadra, per esempio, hanno esigenze differenti da quelli individuali». La gabbia decisionale, dunque, è precisa. Dunque perchè non pubblicare tutte le assegnazioni sul sito web fugando ogni malcontento? «Chi ha bisogno di avere delucidazioni ci chiama e noi le diamo». Non è più semplice evitare decine di telefonate? «Non è prevista nessuna pubblicazione«. E' vietata? «No, non è prevista».

Niente da fare, ma non è un mistero che molte società chiedano anche una revisione dei criteri: non ultime le società di prima fascia dello sport femminile. La partecipazione a campionati nazionali, la visibilità di Bolzano fuori dai confini provinciali (riconosciuta, invece, dal sostegno della Provincia e dell'Azienda di Soggiorno) e il prestigio dell'alto livello non sono parametri contemplati. «Dobbiamo cercare di garantire lo sport a tutti e questo è l'orientamento dell'amministrazione, altrimenti poi ci troveremo le proteste delle organizzazioni più piccole che chiedono rispetto». Quindi ha poco senso favorire le attività federali? «I criteri sono quelli e noi li rispettiamo».

Resta un po' di nebbia che, però, viene puntualmente scacciata quando si devono alzare le coppe nei consigli comunali.

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