Giallo Orlandi, Procura a Sabiona

Blitz del procuratore Rispoli assieme al fratello della ragazza scomparsa nel 1983



BOLZANO. Il procuratore Guido Rispoli e Pietro Orlandi, fratello della giovane (figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia) scomparsa nel nulla il 22 giugno 1983, hanno effettuato una visita al monastero di Sabiona, sopra Bressanone. Si sarebbe trattato di una sorta di ispezione all’interno della struttura ove vivono religiose in clausura. La notizia, diffusa dallo stesso fratello di Emanuela Orlandi (che oggi avrebbe 43 anni), sembra confermare le indiscrezioni che indicavano nuove indagini e nuovi accertamenti in corso per ulteriori verifiche su quella che era stata considerata la pista altoatesina che potrebbe portare alla soluzione del mistero. Nulla è trapelato dagli inquirenti da questo nuovo filone di indagine. Al sopralluogo nella struttura religiosa ha partecipato anche il giornalista Fabrizio Peronaci, coautore del libro sul mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi che, 28 anni fa, sarebbe transitata in Alto Adige nel corso di quello che si sarebbe poi rivelato un vero e proprio rapimento. Per il momento non si sa che cosa abbia portato il magistrati nel monastero di Sabiona ma è evidente che una pista esiste per lo meno a livello di ipotesi di lavoro degli inquirenti, ancora tutta da verificare. Non è la prima volta che il mistero sulla sorte di Emanuela Orlandi si intreccia con la realtà altoatesina. Era già accaduto per la testimonianza clamorosa di una donna anziana di Terlano (Josephine Hofer Spitaler) che 28 anni fa avrebbe visto arrivare nell’appartamento sotto il suo proprio Emanuela Orlandi. La testimonianza dell’anziana sudtirolese (oggi ammalata) fu precisa. L’episodio sarebbe avvenuto il 15 agosto 1983. Emanuela Orlandi, stanca e probabilmente sedata, sarebbe giunta a Terlano a bordo di una auto targata Roma. Era una A112. La ragazza sarebbe stata accompagnata nell’appartamento sotto quello della signora Josephine. Emanuela Orlandi sarebbe rimasta a Terlano quattro giorni. A distanza di tanti anni l’anziana testimone di Terlano ha raccontato a Pietro Orlandi (fratello di Emanuela) che proprio durante quei 4 giorni la ragazza in un’occasione avrebbe tentato una reazione per ribellarsi a quello che le stava accadendo. Emanuela avrebbe bussato sui vetri della signora Josephine cercando un telefono che però non sarebbe stato disponibile. Successivamente la ragazza sarebbe ripartita su un’altra auto.(ma.be.)

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