Gigi e il “bonus adunata” «Un listone per il 2013»

Il sindaco, rafforzato dagli alpini, rilancia e tende la mano al Pd «Per raddoppiare gli eletti serve una coalizione simile a quella comunale»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Luigi Spagnolli si gode il successo post adunata, le telefonate e i messaggi di cittadini e colleghi sindaci. Ha acquisito un bonus che rilancia il tema del suo futuro politico. Proprio per questo Spagnolli si guarda bene dal presentare l’assegno alla cassa. Misura le parole. Conferma di essere a disposizione di un progetto «largo» per le provinciali, ma non descrive più qualcosa di simile al vecchio partito degli italiani. Propone qualcosa che non lo ponga in attrito con il Pd. «So che la mia presenza può creare problemi a qualcuno», conferma. I due assessori Tommasini e Bizzo intendono ricandidarsi. Spagnolli non ha intenzione di andare allo scontro sulle provinciali. Piuttosto resta forte l’opzione della candidatura al Senato. Il suo profilo di sindaco bilingue viene considerato perfetto per la successione a Oskar Peterlini nel seggio Bolzano-Bassa Atesina. Terza ipotesi, non si fa nulla e Spagnolli resta sindaco a Bolzano, capitalizzando il successo dell’adunata per rendere più forte il capoluogo nei rapporti con la Provincia: questa è la tesi prevalente nel Pd, terrorizzato dal dover trovare un candidato sindaco e spiegare ai bolzanini perché si va ad elezioni anticipate.

Sull’adunata ancora qualche bilancio. La macchina organizzativa ha funzionato («azzeccato avere elaborato piani tarati su grandi numeri: sono arrivati 1500 pullman in tre giorni, ma eravamo pronti a gestirne 3000»), e questo ha spianato il terreno. A quel punto è stato tutto più facile, anche l’accoglienza dei bolzanini, di qualsiasi gruppo linguistico. Uno dei regali, si spera indelebili, lasciati a Bolzano dall’adunata degli alpini? «Avere rotto un blocco mentale che domina questa provincia», risponde Spagnolli, «pensare che le due comunità debbano essere per forza divise. Siamo invece in grado di capirci a vicenda e partecipare a momenti di gioia e leggerezza. E’ stata una festa in italiano che ha avuto successo tra tutti. Ci saranno feste in tedesco aperte a tutti».

L’adunata è un successo di molti, ma Spagnolli sarebbe stato il parafulmine, in caso di flop o disordini. Come giocherà la sua scommessa vinta?

Usando la diplomazia, pare, a differenza dei mesi passati in cui è sembrato proporre un progetto ben diverso dalla lista ulivista su cui lavora il Pd. «E’ un successo di squadra e non solo personale, risponde Spagnolli, «dipende anche dal mio stato di salute e oggi non sdogano nulla: mi sono candidato per essere sindaco fino al 2015, poi certo ho lanciato un’idea per un progetto e resto a disposizione. Tutto sta a vedere se andrà avanti». Nei mesi scorsi Spagnolli enfatizzava la necessità di coinvolgere anche gli elettori delusi del centrodestra. Ieri riassumeva così la sua idea: «Per passare da due consiglieri provinciali a quattro serve un salto di qualità. Il Pd fa fatica a tenere insieme le persone al proprio interno, figuriamoci portare qualcuno da fuori». Il modello può essere, sottolinea, «l’attuale coalizione del Comune, tolti i Verdi che hanno già detto di non essere interessati. Il Pd da solo con l’Udc non ce la farebbe». Non è lo stesso progetto cui si dice interessato il Pd? «Appunto, con il segretario Frena siamo sulla medesima linea. Però il progetto va costruito. Devi coinvolgere i possibili alleati, ma non con posti di sottogoverno, sono cose superate». Chissà se basterà a chi ancora ieri nel Pd descriveva così il progetto di Spagnolli. «Un blob centrista,concordato con Dellai, con Spagnolli leader, in cui il Pd dovrebbe accettare di sciogliersi».

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