Gioco d’azzardo la Provincia resiste: le sale non riaprono 

Dopo il via libera del governo. Le altre regioni hanno già recepito I gestori: «Così ci discriminano, personale a casa e ancora senza Cig»



Bolzano. Sale slot, scommesse, bingo e via giocando. Il Dpcm di Conte dell’11 giugno, con tanto di protocollo sanitario allegato, ha autorizzato le Regioni a far ripartire le attività dal 15 giugno. In Italia tutti o sono già partiti o hanno deciso di farlo a breve. Bolzano invece no. Nonostante le pressioni di noleggiatori di macchinette, gestori di sale e loro dipendenti - tutti a casa dall’inizio del lockdown, molti dei quali senza aver ancora ricevuto dall’Inps la cassa integrazione straordinaria - tutto tace.

Anzi, come ricorda sul sito nazionale specializzato gioconews.it il presidente della delegazione regionale dell’Associazione nazionale gestori gioco di Stato Giancarlo Alberini, in consiglio provinciale nei giorni scorsi doveva esserci un ordine del giorno per fare il punto sulla ripartenza del gioco, ma è stato disatteso dall’assemblea e dal presidente Arno Kompatscher, «secondo il quale non c'era il tempo di trattare l'argomento perché bisogna dare la precedenza a cose più importanti».

Sui siti web nazionali se ne discute da giorni. Il portale vita.it ha fatto il punto: dopo il Dpcm del governo dell’11 giugno, che recepiva le linee guida approvate dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, il Molise per primo ha decretato la riapertura delle sale con una ordinanza immediatamente esecutiva. Due giorni dopo è toccato alla Toscana, mentre lunedì, 15 giugno, hanno riaperto le sale slot, scommesse e bingo in Piemonte, Sicilia, Abruzzo, Basilicata, Sardegna, Valle d'Aosta, Friuli, Lombardia, Umbria, Campania e Puglia. Venerdì, 19 giugno, è stata la volta di Emilia-Romagna, Liguria, Veneto e Calabria. Sono ancora in stand-by le Marche, dove il presidente Luca Ceriscioli non ha ancora firmato l'ordinanza di riapertura, e il Trentino Alto Adige. Il Lazio ha rimandato l’apertura al primo luglio. La Provincia di Trento ha approvato una delibera che proroga la chiusura fino al 14 luglio.

«In Alto Adige non si vuole riaprire», commenta al telefono Michele Galasso, titolare di Gm Game Machine, che parla di volontà chirurgica di bloccare il gioco legale. «Abbiamo tentato di parlare con Kompatscher, non c’è stato nulla da fare».

Si sentono discriminati, i gestori di sale. Sempre a gioconews.it Karl Plank di Novomatic ha dichiarato: «La scelta delle Province di Bolzano e Trento non sembra propriamente frutto di un’analisi del trend epidemiologico sul territorio: le province, rispetto al resto dell’Italia, hanno visto molte attività economiche uscire dal lockdown. Al momento solo le attività di gioco legale restano chiuse, e questa è una discriminazione. Vorremmo tanto capirne il motivo: come molte volte ribadito da importanti soggetti istituzionali, il presidio di legalità del gioco pubblico è fondamentale. In alternativa si rischia di fare un regalo alle attività illecite».

Secondo il Dpcm, le sale giochi e scommesse devono rispettare le linee guida approvate dalla Conferenza Regioni, che prevedono: riorganizzazione degli spazi e distanziamento sociale per evitare assembramenti, uso della mascherina, cura assidua dell'igiene; i locali poi devono installare dispenser con soluzioni igienizzanti e pulire superfici e apparecchi dopo ogni utilizzo, favorire il ricambio d'aria e incentivare i pagamenti elettronici. Una determina del direttore generale dell'Agenzia Dogane e Monopoli, Marcello Minenna, ha fissato le sanzioni in caso di violazione di norme e protocolli sanitari, che vanno dalla diffida in caso di prima violazione fino alla sospensione da uno a 5 giorni e all'invito di provvedere agli adeguamenti necessari. DA.PA













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