Giornata della memoria, c’è anche la Svp

Tre iniziative per non dimenticare la Shoah: al muro del Lager in via Resia in prima fila anche il presidente Kompatscher


di Alan Conti


BOLZANO. Settant'anni, ma con lo sguardo giovane. Questa è la condizione essenziale della Giornata della Memoria che ha vissuto ieri un triplice momento a Bolzano. Lo svelamento delle targhe commemorative di don Daniele Longhi nell’omonimo passaggio tra via Rovigo e via Bergamo, il momento di raccoglimento davanti al Lager di via Resia e la riflessione della comunità ebraica provinciale nel cimitero di Oltrisarco. Passaggi che si ripetono simili ormai da molti anni, ma che questa edizione hanno visto una novità piuttosto consistente. Davanti a quanto rimasto del campo di smistamento, infatti, ha fatto la sua comparsa il presidente della Provincia Arno Kompatscher, in libera uscita dalla seduta di giunta provinciale. Una presenza in veste istituzionale, ma che porta un rappresentante di punta della Stella Alpina alle celebrazioni. Klaus Ladinser aveva fatto capolino in passato, ma nè Luis Durnwalder nè l’ex Obmann Richard Theiner si ricordano a Bolzano. Già al primo mattino si era alzato qualche mugolio dai media tedeschi per la blanda partecipazione dell’Svp alla Giornata: sussurri che sono arrivati anche alle orecchie del governatore altoatesino.

In ogni caso la presenza è di peso. «Dobbiamo imparare a dare un segnale di forte unità nel ricordare questo momento tutti insieme in un’unica occasione. È necessario dare una risposta chiara e netta contro le ideologie che negano l’identità e la dignità uguali per tutti».

In tutte e tre le tappe, comunque, si è registrata la partecipazione degli assessori italiani della giunta comunale, dei vertici di tutte le forze dell’ordine assieme al prefetto Elisabetta Margiacchi, degli iscritti dell’Anpi, delle associazioni dei Sinti, degli Alpini, dei Bersaglieri e di qualche cittadino. Sparuta, purtroppo, la rappresentanza dei giovani limitata a una bella lettura del libro Nella Memoria delle Cose affidata a una ragazza e a qualche giovane iscritto dell’Anpi. Rispetto al passato niente classi nè giovani artisti.

Un pensiero particolare a don Longhi ha voluto dedicarlo il sindaco Luigi Spagnolli: «Dopo la terribile esperienza da deportato è ripartito e ha plasmato intere generazioni di bolzanini. È sopravissuto e ha regalato a tutti l’importanza del ricordo. La città e le sue istituzioni hanno il dovere di non disperdere queste testimonianze».

Presso il muro del Lager è andata in scena la classica deposizione delle corone alla presenza dei gonfaloni delle città di Bolzano e Laives. «La Memoria deve accompagnarci ogni momento della nostra vita - la riflessione del presidente dell’Anpi Orfeo Donatini - e non va relegata a qualcosa di polveroso sui libri. L’impegno quotidiano è la speranza che quanto accaduto non venga mai dimenticato».

Chiusura al cimitero ebraico con l’omaggio della città alle vere vittime dell’olocausto a settant’anni dalla liberazione di Auschwitz. Tanti, ma devono rimanere vicini.

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