Giovani, ecco le case a 130 euro al mese

Il convitto Rosenbach riconvertito al «cohousing» per 30 ragazzi: in cambio garantiranno progetti per il quartiere



BOLZANO. Vivere insieme tra ragazzi con 130 euro al mese, spese comprese. In cambio, dedicheranno parte del proprio tempo al quartiere di Oltrisarco. Stanno per traslocare i 30 inquilini che parteciperanno al primo progetto di cohousing a Bolzano. Riparte così il convitto studentesco «Rosenbach», all’ex Mignone, mai decollato: gli spazi vengono consegnati infatti in condizioni perfette, praticamente nuovi. Sono terminate nei giorni scorsi le selezioni degli aspiranti coinquilini.

Non si è verificato un assalto. Su 30 posti disponibili, si sono fatti avanti solo in 35. Delusi? «Alla fine per il debutto va bene così, perché servono persone motivate, che si prendono sulle spalle un progetto, non approfittano solo di una bella casa a prezzo quasi irrisorio», rispondono Luca Bizzarri (direttore reggente dell’ufficio Politiche giovanili) e l’assessore Christian Tommasini.

L’altro pomeriggio i giovani candidati al cohousing erano al Rosenbach per un giro della loro casa per i prossimi due anni: questi i termini del «contratto», un anno più un solo rinnovo possibile di un ulteriore anno. Hanno potuto partecipare al bando, promosso dall’Ipes, giovani tra i 18 e i 35 anni, residenti in provincia di Bolzano da almeno cinque anni. Hanno risposto ragazzi tra i 19 e i 30 anni, una sola coppia, italiani e sudtirolesi, alcuni di origine straniera. Entreranno in piazza Nikoletti il 18 settembre. Per molti sarà la prima uscita dalla casa di famiglia, altrimenti impossibile con i costi di Bolzano.

Gli alloggi sono 16, la maggior parte dei quali con due camere da letto. Ogni miniappartamento avrà due coinquilini, appunto con affitto di 130 euro a testa, con la cucina e il bagno in comune. I più fortunati avranno l’appartamento con accesso sulla terrazza all’ultimo piano. Un invito per le feste... Al secondo piano c’è una grande cucina in comune, lo spazio relax e una grande sala per il lavoro.

Gli appartamenti sono luminosi, con finiture di qualità, colori. Il livello è alto. Gli studentati di altre città non sono nemmeno paragonabili. «Infatti al vantaggio di una casa a questo prezzo si unisce la seconda parte, responsabilizzante, del progetto, che lo rende unico in Italia, mentre il cohousing è una esperienza ormai diffusa», raccontano Tommasini e Bizzarri, «L’obiettivo del progetto è agevolare i giovani a rendersi autonomi dalla famiglia di origine, sia dal punto di vista abitativo che lavorativo». Gli inquilini si impegneranno a collaborare con le organizzazioni presenti nel quartiere in iniziative, spiegano, «che punteranno a coinvolgere gli abitanti in percorsi socio-culturali». Chi controllerà? «È previsto un tutor, Vladi Martello, che seguirà i ragazzi». Ogni inquilino firmerà un «patto di autonomia», che li impegna a partecipare a corsi di formazione per poi garantire interventi sociali nei quartieri della città, in particolare a Oltrisarco e Aslago. «È un percorso di formazione professionale e di responsabilizzazione», spiega Tommasini, «È importante in una realtà come la nostra, che grazie all’autonomia garantisce spazi così belli e un welfare di alto livello. Non bisogna abituarsi, perché diventa assuefazione, deresponsabilizzazione e a volte una tendenza al lamento, appena viene tolta una briciola».

Riassume Bizzarri: «Ciò che non viene chiesto agli inquilini come affitto a prezzo di mercato, verrà restituito come tempo e impegno sociale».

Il progetto pilota per i prossimi tre anni verrà seguito da Irecoop Alto Adige e dalla cooperativa sociale Altrimondi, che si sono aggiudicate la gara d'appalto bandita dall'Ipes: lo stanziamento è di 150 mila euro. Se andrà bene, proseguirà, altrimenti il Rosenbach troverà altra destinazione. Resta anche il progetto di cohousing previsto nell’ex palazzo dei telefoni di Stato in corso Libertà, che prevederà spazi per il coworking e per la città. La parte pubblica al piano terra verrà aperta nel 2018. (fr.g.)

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