Giovani, il 16% non lavora e non studia

Il report della Banca d’Italia: calano gli iscritti all’università, disoccupati in forte crescita nella fascia 15-34 anni


di Davide Pasquali


BOLZANO. Nel corso del 2013 è proseguita la fase recessiva in Trentino-Alto Adige: secondo le stime di Prometeia il prodotto regionale sarebbe calato dell’1,2 per cento, con un andamento lievemente più favorevole di quello osservato nel Nord Est e a livello nazionale (-1,5 e -1,9 per cento rispettivamente, secondo le più recenti stime dell’Istat). Lo ha reso noto ieri la Banca d’Italia, col rapporto “L’economia delle Province di Bolzano e Trento”, nel quale si pubblicano statistiche poco rassicuranti, soprattutto sulla disoccupazione giovanile. Il dato più preoccupante: il 16% dei giovani non lavora e non studia.

Il mercato del lavoro. Nel 2013 il mercato del lavoro ha sostanzialmente tenuto. In base ai dati Istat, l’occupazione è stata sostenuta dalla componente maschile, a fronte di un lieve calo di quella femminile; il tasso di occupazione della popolazione residente di età compresa tra 15 e 64 anni si è assestato al 65,6 per cento in Trentino e al 71,5 per cento in Alto Adige. Le condizioni sul mercato del lavoro rimangono più difficili per i giovani: il tasso di occupazione dei 15-34enni, in forte diminuzione soprattutto a partire dal 2009, ha subito un’ulteriore riduzione. Il divario rispetto al tasso di occupazione dei 35-64enni, molto contenuto nel 2004, si è portato nel 2013 a 22 punti percentuali in Trentino e 19 punti in Alto Adige. Nel 2013 il numero delle persone in cerca di occupazione è aumentato dell’8,1 per cento in provincia di Trento e del 7,5 per cento in provincia di Bolzano: il tasso di disoccupazione è risultato in lieve aumento e ha raggiunto livelli elevati in prospettiva storica (6,6 per cento in Trentino e 4,4 per cento in Alto Adige nella media del 2013) pur confermandosi basso nel confronto nazionale.

I «Neet». Sebbene il sistema universitario regionale si caratterizzi per una qualità più elevata rispetto alla media italiana (secondo la valutazione della qualità della ricerca effettuata dall’Anvur) e per un maggior sostegno al diritto allo studio, a partire dal 2010 il numero di immatricolati residenti in regione si è ridotto in misura superiore rispetto alla media nazionale. È anche aumentata la quota di giovani non occupati né inseriti in percorsi di studio o formazione (i cosiddetti Neet): nel 2013 la loro incidenza rispetto alla popolazione di riferimento era pari al 16 per cento con un incremento di 5,8 punti percentuali rispetto al 2007 (18,2 per cento nel Nord Est e 27,3 per cento in Italia nel 2013).

L’industria. Il valore aggiunto dell’industria (in senso stretto) regionale si è contratto del 3 per cento, in linea con gli andamenti registrati nel Nord Est e in Italia (-2,6 e -3,2 per cento rispettivamente; fonte Prometeia). Tale dinamica trova conferma nelle rilevazioni delle Camere di commercio locali che segnalano, tra le imprese manifatturiere, un calo del fatturato pari allo 0,7 per cento in Trentino (dove si è avviata una debole fase di ripresa a partire dalla seconda parte dell’anno) e una flessione della quota di quelle con valutazioni positive della propria redditività in Alto Adige (dal 69 al 65 per cento). L’elevato grado di incertezza sull’evoluzione delle condizioni cicliche ha ulteriormente frenato l’accumulazione di capitale: secondo l’indagine condotta periodicamente dalla Banca d'Italia, su un campione di imprese manifatturiere con almeno 20 addetti e con sede in regione, gli investimenti sono calati di quasi il 20 per cento. Per il 2014 le imprese intervistate prevedono una flessione più lieve degli investimenti e un’espansione del fatturato.

Gli scambi con l’estero. Nel 2013 il valore delle esportazioni ha continuato a crescere in entrambe le province. A Trento l’incremento delle vendite estere è stato più modesto (1,1 per cento, in rallentamento rispetto all’anno precedente), esito di un calo nel primo semestre compensato da un incremento nel secondo (-1,5 e 3,9 per cento, rispettivamente). A Bolzano l’espansione delle vendite estere ha interessato entrambi i semestri (con variazioni del 5,3 e 4,3 per cento, nel primo e nel secondo semestre, rispettivamente) e l’aumento medio annuo è stato pari al 4,8%, in accelerazione rispetto al 2012.

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