GIRO D'ITALIAAl Gardeccia vince Nieve, la carovana rosa approda a Belluno / BLOG

L'essenza del ciclismo ha il volto dello spagnolo Mikel Nieve Inturalde: è stato lui a vincere per distacco la 15ª tappa del Giro d'Italia, da Conegliano al Gardeccia, in Val di Fassa. Adesso riposo a Belluno e poi la cronoscalata del Nevegal


Antonio Frigo


GARDECCIA (TN). Siccome è impossibile attaccare Contador in salita, Nibali lo fa nella discesa del Giau. Non basta. E Contador sul Gardeccia si prende la rivincita con gli interessi. Vince il basco Nieve.

Con quel bianco nome pare un predestinato. A masticare amaro è Garzelli che, in fuga per mezza giornata, si vede superare nel finale. Contador infligge 1’45” più abbuoni al vero avversario Nibali, che lascia il secondo posto a un meno fastidioso Scarponi. Benissimo anche Gadret, quinto sotto la bufera (in mezzo a una doppia ala di pubblico da brividi), solito Rujano. Settimo Nibali, che farebbe bene ad andare a trovare Arroyo, l’uomo che ha pedalato davanti a Contador quando lui era in fuga. Il Giro è finito. Lo era già, con il taglio del Crostis e la tappa monca dello Zoncolan.

Il film. La giornata nasce bene: alla partenza di Conegliano il sole riscalda i corridori e la carovana, aggiustando un po’ i debiti lasciati dalla grandinata finale sullo Zoncolan. E va via la “fugona” folta. Il gruppo se ne frega abbondantemente, lasciando intendere che ci saranno due corse: una (con resti di fuga) per la vittoria di tappa e una per la classifica generale. La fuga prende una decina di minuti di vantaggio, prima d’incamminarsi verso il Giau, Cima Coppi del Giro 2011 e prima salita impegnativa della giornata. Davanti ci sono il Fedaia e l’arrampicata finale (ultimi 3 km al 3%) verso il Gardeccia. Alle spalle, Piancavallo e Cibiana senza dannarsi l’anima. Quando il gruppo comincia ad accorciare il guinzaglio sui 18 guidati da Garzelli, questi hanno quasi 11’ di vantaggio e la maglia rosa traballa.

Dai fuggitivi schizza via di controbalzo Hoogerland, ma è Garzelli a sentirsi il predestinato (o preordinato) di giornata: prende e lo salta. E a noi viene in mente il suo tm Cenghialta, che a Conegliano cantava le lodi di Contador. Che funzioni? Suiveur, lo sai che a pensar male si fa peccato? A 1’20” da lui passano su Cima Coppi Nieve e Di Luca.
Ma andiamo alla corsa per la classifica, che si gioca alle spalle dei fuggitivi. Scendendo dal Giau, Nibali tira una rasoiata a tutti. Come ricorda Gimondi sorridendo, la canzone francese dice che «non si vince il Tour in discesa». Chi pilota giù Contador fino al ricongiungimento? Arroyo. E chi ha il permesso, poco dopo, di provare a scappare dal gruppo maglia rosa? Arroyo, naturalmente. Non ce la fa e allora, salendo verso il Fedaia, parte Contador, rabbioso, seguito da Gadret, Rujano (che poi farà lo ski-lift e guadagnerà punti-maglia verde), uno Scarponi domato e un Kreuziger ritrovato. Nibali ha osato mordere? Viene mollato di brutto e gli fa male. La pioggia complica tutto. Certo, c’è la discesa dal Fedaia per recuperare, larga e pedalabile. La fa anche Contador, in testa...

Nibali ce la fa, ma si è dimenticato di mangiare. Gli suona la sveglia, dall’ammiraglia, il ds Volpi. Preso Contador, finalmente si alimenta. Gli riscatta in faccia, giusto per non sfigurare, ma è un errore. Si va al Gardeccia. Intanto Nieve, lì davanti, prende e molla Garzelli. Povero Garzo, che già se la vedeva in tasca.

Contador intanto veleggia solo, con Scarponi rigorosamente alle spalle. Più staccati,
Gadret e Rujano. Nibali sale con Purito Rodriguez e lo batte nella volatina zuppa di pioggia. Magra consolazione. Il secondo posto è perduto, oggi giornata di riposo. Chissà, magari la cronoscalata... Tranquilli, stavamo scherzando.

Adesso la corsa rosa osserva una giornata di riposo a Belluno in attesa della cronoscalata del Nevegal che potrebbe riservare altre sorprese in classifica.

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