Gli albergatori: «Più soldi per il mercato italiano»

Il calo (oltre il 10%) registrato a giugno e luglio ha allarmato anche l’Hgv Pinzger: «Serve più promozione». Meister: «D’accordo, ma chi paga?»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. La paura fa novanta. È proprio il caso di dirlo se si pensa al calo di ospiti italiani - quasi un tracollo - registrato a giugno e luglio in provincia di Bolzano. Nelle vallate dove è andata bene la flessione è stata del 5-7 per cento mentre in quelle dove è andata male si registrano picchi nell’ordine del 20 per cento. Davvero troppo per non pensare fin d’ora a strategie per il medio lungo periodo che possano contribuire a riequilibrare conti deficitari. A lanciare il grido d’allarme è stato il nuovo presidente dell’Hgv Manfred Pinzger, che la crisi l’ha avvertita anche direttamente, visto che da anni gestisce con la famiglia una struttura di buon livello in val Venosta. «In sei mesi il calo di ospiti italiani è arrivato, in alcuni casi, al 25 per cento. Certo, bisogna mettere in conto anche la crisi che caratterizza il nostro Paese ma non possiamo certo piangerci addosso. La scorsa settimana si è insediato finalmente il nuovo cda di Alto Adige Marketing e la mia prima richiesta, come rappresentante degli albergatori, è stata di aumentare il budget per la promozione sul mercato italiano». Già, ma aumentare i fondi in un periodo in cui gli italiani fanno fatica ad andare in ferie, sembra un paradosso. «Invece è proprio adesso che bisogna insistere. La nostra proposta, un mix tra cultura tedesca e cucina mediterranea, piace molto agli italiani che non ci conoscono ancora abbastanza. Trentino e Tirolo investono il doppio rispetto ai nostri 10 milioni. Non basta il maggior afflusso di svizzeri per sperare di riequilibrare i conti».

La conferma del calo degli italiani si ha anche dall’analisi di Beatrix Insam, direttrice dell’Apt di Ortisei. «Negli anni scorsi, di questi tempi, in ufficio parlavamo solo italiano mentre adesso la nostra clientela è più internazionale, come d’inverno. C’è stata un’inversione di rotta. Giugno è andato bene grazie ad una serie di eventi mirati mentre a luglio il saldo sarà probabilmente negativo». Per agosto ci si attende un’inversione di rotta, ma il saldo sarà comunque sempre negativo. «Dovrebbe aiutarci l’ondata di caldo africano di questa prima decade di agosto. Solitamente gli italiani, in questi casi, fuggono dalle città e arrivano numerosi». Ed è proprio dai numeri che si intuisce quanto pesi la clientela italiana. «D’estate - spiega Günther Pitscheider, direttore di Val Gardena Marketing - nella nostra vallata abbiamo 1 milione di pernottamenti, di cui 6-700 mila di italiani. Concordo sulla necessità di investire in periodo di crisi perché si tratta di un mercato fondamentale. A noi, a giugno, è andata meglio di altri grazie al Sella Ronda Bike Day e alle Olimpiadi dello sport popolare ma a luglio chiuderemo con un segno negativo. Per agosto non c’è il tutto esaurito ma confidiamo nel caldo africano e nella qualità delle proposte per restare in linea di galleggiamento».

È andata ancora peggio a Bressanone e in val d’Isarco, come conferma il presidente dell’Apt della città vescovile Markus Huber. «I conti quest’estate saranno inevitabilmente in rosso. A giugno, nel 2012, il saldo era stato positivo grazie anche da una serie di eventi mirati che quest’anno sono mancati. A luglio il trend è rimasto negativo e non ci sono segnali, per agosto, che ci facciano pensare ad un’improvvisa inversione di tendenza».

Ecco perché, secondo Huber, è il caso di cambiare strategia per il futuro. «Il Tirolo e il Trentino investono il doppio dell’Alto Adige in promozione e, comprensibilmente, in tempi di crisi riescono a catturare anche una quota parte dei nostri ospiti tradizionali. Anche per questo vedo di buon occhio la controffensiva auspicata da Pinzger. Meglio agire per tempo e non subire passivamente questa fase che spero possa essere di transizione».

Il presidente dell’Azienda di soggiorno di Merano Alex Meister parte dai numeri. «In città ne abbiamo risentito di più rispetto al Burgraviato nel suo complesso. Da gennaio a giugno i pernottamenti degli italiani sono scesi da 103.484 a 87.287, con una flessione del 15,65%. È andata leggermente meglio a giugno: il calo degli arrivi è stato del 17,29% mentre la diminuzione dei pernottamenti (da 14.133 a 12.369) è stata del 12,48 per cento. Cifre importanti, non c’è che dire».

Secondo Meister junior sarebbe bello poter investire di più. «Già, ma chi paga? Non vorrei che la spesa finisse sulle spalle dei soliti noti. Altrove, probabilmente, danno una mano importante anche le altre categorie economiche». La strada per l’albergatore meranese è quella, piuttosto, della differenziazione del prodotto, senza abbassare i prezzi. «In Alto Adige la dimensione media delle strutture è di 35 posti letto e con questi numeri bisogna essere in grado di personalizzare l’offerta. Dobbiamo reinventarci il prodotto partendo dai desideri di ogni singolo cliente. Qui è possibile. La promozione? Sì, aiuta ma non sempre è decisiva».

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