Gli alpini: sorpresi dall'affetto che ci circonda qui a Bolzano - VIDEO

Ci siamo: è arrivata l’Adunata. Ieri è stato il primo giorno di contatto concreto di Bolzano con il suo evento più grande. Le previsioni e i primi scampoli di attendamenti degli ultimi...


di Alan Conti


BOLZANO. Ci siamo: è arrivata l’Adunata. Ieri è stato il primo giorno di contatto concreto di Bolzano con il suo evento più grande. Le previsioni e i primi scampoli di attendamenti degli ultimi giorni hanno lasciato spazio a un massiccio arrivo di penne nere: sul calar della sera l’Ana ha calcolato il 40% di copertura delle piazzole nei campi. Città e alpini cominciano a prendere confidenza,

I campi. Parco Baden Powell, l’area verde tra ponte Roma e ponte Palermo, è ormai un campeggio all’aria aperta punteggiato di tendoni e camper. Torino, Treviso, le città abruzzesi, Parma, Pordenone: in pochi metri c’è tutto lo Stivale e i bolzanini, curiosi, camminano nell’insolita Italia in miniatura. A un tavolo una ventina di veci canta a squarciagola: dal Friuli alla Sicilia hanno già trovato affiatamento: «Siamo amici, ci troviamo vicini in questa occasione di festa e subito condividiamo la stessa tavolata». Nella piccola piazzetta davanti alla sede della Cgil di via Roma, intanto, i ragazzi di San Benigno (Cuneo) si destreggiano tra paletti e picchetti porgendoci, immediati, il cappello: «Vuoi bere il vino da qui?». Il gesto rientra tra gli onori massimi e rende l’idea di come ci sia voglia di contatto con i bolzanini.

La sarabanda delle passeggiate segna un poco il passo nell’area di via Pacinotti, dove i camper sono ancora pochi e il grosso dell’affluenza è atteso tra domani e venerdì notte. Assai più vivace la situazione in via Einstein: all’ombra del bunker e della torre della Salewa i prati si infittiscono di tendoni. «Il terreno non è il massimo per drenare l’eventuale pioggia e manca ancora l’acqua nei rubinetti, ma noi siamo qui per una festa» raccontano picchetto alla mano gli alpini di Lecco. Poco più in là gli operai di una compagnia telefonica terminano l’installazione di una grossa antenna per evitare black out di segnale.

Le brande. Il padiglione della fiera e la pista del Palaonda paiono irreali, ricoperti come sono di brande e materassini. L’instancabile lavoro di posa del gruppo alpini di San Giacomo si è concluso: 3.700 posti letti sono pronti ad ospitare le penne nere. Da oggi i pullman cominceranno a scaricare gli ospiti di uno dei dormitori più grandi che Bolzano abbia mai conosciuto. «Noi abbiamo aperto circa 1500 brande – spiega il segretario Alcide Dondio – e il resto è a disposizione di chi si porta da sé l’attrezzatura per dormire».

L’impatto. Girando tra le tende si scopre che più di un alpino era arrivato a Bolzano preoccupato, e che solo ora inizia a ricredersi. «C’erano molti timori – spiega senza giri di parole Gianni Albertinelli del coro Monte Alto Rogno di Bergamo, arrivato ieri al campo di piazzale Primo Maggio, ossia il parcheggio della Fercam – per una Bolzano maldisposta verso questa manifestazione. Qualcuno aveva ipotizzato problemi di sicurezza per la marcia degli Schützen e una brutta atmosfera, invece abbiamo trovato solo sorrisi e tanta accoglienza. Ci state sorprendendo molto positivamente». Gli fa eco Ernesto Camerin della sezione di Lecco: «C’era la preoccupazione di una città chiusa che subisce l’adunata senza volerla. Ora ci sembra il contrario». Sergio Ambanelli di Langhirano (Parma), invece, sprizza entusiasmo. «Ho abitato a Bolzano più di 40 anni fa e sono felice di trovare una realtà cresciuta, finalmente matura per superare le barriere etniche e godersi una festa senza divisioni».

I lavori. Continua intanto, la sistemazione dell’«hardware» per l’Adunata. Le tribune di piazza Adriano e Tribunale sono state ultimate ieri: quando queste ultime saranno occupate non si vedrà, passando da corso Italia, il Duce a cavallo. E dietro al Monumento della Vittoria l’area verde è stata transennata, con espliciti cartelli di divieto di mettere tende. La cittadella alpina sul Talvera riconcilia con l’allegria dell’evento e lascia alle spalle il triste deserto di una piazza vicina pochi passi ma che appare lontana come la luna.

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