Cultura

«Gli archivi al collasso», la Biblioteca civica soffre 

La visita dell’assessora Rabini. «Senza aria e senza spazio, non è stato un bel vedere» Si soffre la concorrenza di strutture più moderne e accoglienti. «Premeremo per il nuovo Polo»



Bolzano. Per capire come sta la biblioteca serve scendere in basso. Molto in basso. Lì, nei piani chiusi al pubblico, ci sono gli archivi della Civica. «Li ho visitati - annuncia Chiara Rabini - e non è stato un bel vedere».

L’assessora, scesa giù con il direttore Ermanno Filippi, ha effettuato un percorso di guerra tra libri ordinati con cura ma senza aria né spazio, gli operatori al lavoro stretti su tavolini con faticosi margini di manovra. «Farò di tutto per accelerare il trasferimento nel nuovo Polo. Non tocca al Comune ma le nostre pressioni saranno forti»: così Rabini ha salutato tutti ed è uscita su via Museo. Insomma, la Civica sta respirando a fatica. Prima tossicchiava, ora le manca proprio l’aria.

Come fa a stare ancora in piedi? «Con la buona volontà di chi la dirige e ci lavora ...», sospira. Il che significa sfruttare al massimo possibile le aree disponibili, curare l’archiviazione in ristrettezze operative evidenti, spingere sulla creatività di ognuno per immaginarsi un futuro ancora possibile. Ed è stato proprio per provare a gestirlo ancora per un po’ senza ulteriori traumi questo futuro, che Chiara Rabini ha incontrato nei giorni scorsi le strutture operative della biblioteca.

In realtà la Civica ha sempre avuto ultimamente quest’aria di precarietà. Sarà il suo status di fittavola, col Comune che sborsa migliaia di euro ogni anno, magari pure la proroga con la proprietà, ottenuta a fatica ma che non potrà essere allungata all’infinito. In realtà le cose sono andate peggiorando. «Perché? Per la ragione che comunque una biblioteca di città non può stare ferma - spiega l’assessora - e dunque deve continuare a selezionare nuovi libri, ad acquisire testi, a catalogarli e soprattutto conservarli». Ma questo sta avvenendo senza la possibilità di muoversi in una struttura flessibile, con l'impossibilità di dotarsi di apparati tecnologici adeguati perché non si è in grado di ospitarli in spazi così ristretti. È l’immagine generale della Civica così a soffrirne. La sua appetibilità.

Tant’è che soffre, di conseguenza, anche la concorrenza di biblioteche più moderne e, di conseguenza, più innovative: come quella della Lub. Ormai, anche gli studenti non universitari la sfruttano per via del confort che la caratterizza e della luce che vi regna. «Questa deriva va interrotta. Bolzano deve avere una sua struttura civica per i propri cittadini senza dover ricorrere a scelte di rimessa», ha chiarito Rabini.

Cosa si sta facendo allora, col poco ancora a disposizione? «Ad esempio si sono trovati nuovi spazi per piccoli e mamme - dice l’assessora - individuando luoghi alternativi rispetto a quelli consueti è già sfruttati». Inoltre la Civica era stata oggetto di polemiche accese, nei mesi scorsi e soprattutto in era pre Covid, per l’uso improprio che ne facevano immigrati e persone di fresca cittadinanza. In sostanza: molti stavano usando le stanze e le sedute non per consultare testi o documenti ma per "passare la giornata". Possibilmente al caldo. Scelta comprensibile ma che aveva caricato la biblioteca di nuove e non previste incombenze. «Ora, mi ha confermato il direttore Filippi, questo stato di cose è molto, molto migliorato. Per alcune di queste persone è stata trovata una sistemazione e, dunque, l'emergenza umanitaria che la Civica doveva vivere, è stata ora limitata al minimo". Anche in questo caso, è stato forte l’impegno delle strutture e dei bibliotecari. Resta tuttavia una Civica, se non malata, in stretto stato convalescenziale. Senza, e questo rimane il punto, una possibile cura all’orizzonte.

Il Polo bibliotecario

«Aspettiamo con ansia gli sviluppi del confronto amministrativo e giudiziario tra la Provincia e Condotte - ha spiegato il direttore all'assessora alla Cultura - perché il trasferimento è l’unico possibile scenario che possa prefigurare un miglioramento della nostra situazione». E anche in questa prospettiva si è discusso, tra Rabini e Filippi, sulla progettata governance del futuro Polo alle ex Pascoli. «La si immagina - ha anticipato Chiara Rabini - con un referente unico per tutte le tre biblioteche che vi saranno ospitate, per coordinare anche finanziariamente programmi e investimenti. Stante - ha aggiunto - la sostanziale autonomia delle singole strutture in termini operativi». Ma prima del superdirettore, occorre aprire il cantiere. P.CA.

 













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