«Gli austriaci? Fanno la spesa qui da noi» 

Giovanni Podini (Twenty): sbagliato copiare un modello che non funziona, la domenica i tirolesi scendono a Bolzano


di Davide Pasquali


BOLZANO. Ispirarsi al modello commerciale nord tirolese, chiudendo gli esercizi commerciali alla domenica, tranne che nelle località turistiche e nel caso di alcune (poche) festività. Lo ha proposto l’Unione commercio turismo e servizi, che ora ha lanciato la sua offensiva in occasione della campagna elettorale per le elezioni di ottobre: si sta cercando un asse con la camera di commercio di Innsbruck e si spera di fare il colpaccio in previsione delle prossime provinciali.

Peccato che non tutti ci stiano. In primis Giovanni Podini del Twenty. Il quale rintuzza punto per punto la presa di posizione dell’Unione pubblicata ieri dall’Alto Adige, condivisa anche dalla Confesercenti, e inizia lanciando la sua prima bordata contro i tradizionalisti delle domeniche a serrande abbassate: «A mio avviso è decisamente sbagliato copiare il modello tirolese, che evidentemente non funziona come si vorrebbe far credere, visto che alla domenica gli austriaci stanno cominciando a scendere in massa in Alto Adige per fare acquisti».

Prendendo a modello il Tirolo austriaco, l’Unione commercio sta lavorando affinché le chiusure domenicali e festive nel commercio al dettaglio tornino a essere regolamentate per legge, ma con una soluzione locale fatta su misura delle necessità altoatesine.

«Da tempo - chiarisce Giovanni Podini - stiamo registrando un trend importante. Accade all’Outlet del Brennero, in centro a Bolzano, come pure al Centrum di Tosolini e al Twenty: gli altoatesini hanno smesso di andare Oltrebrennero a fare acquisti, mentre sempre più spesso, soprattutto grazie alle aperture domenicali, i nord tirolesi stanno venendo qui da noi. Creando così posti di lavoro, valore aggiunto, ricchezza». Un di più evidentemente sottratto in tal modo al Tirolo del Nord. «Si comportano esattamente come facevano gli altoatesini dieci anni fa: tutti a fare acquisti fuori regione, ad Affi».

Podini ha altre cartucce da sparare. La seconda, ancora legata alla contingenza dell’ispirarsi Oltrebrennero come fosse la mecca: «Da parte dell’Unione commercio viene preso in considerazione il Tirolo del Nord come se si trattasse di un modello, di un qualcosa all’avanguardia. Ma se prendiamo in considerazione i modelli della distribuzione commerciale che fanno tendenza, in diversi Länder germanici ormai si apre la domenica, in Francia si apre la domenica. Il Tirolo fa la sua politica, ma non per questo dobbiamo prenderlo ad esempio».

Terzo: «Non si riesce a capire come mai si cerchino di tutelare i lavoratori del commercio, ignorando tutti gli altri. E non sto parlando in astratto dei cosiddetti servizi necessari: giornalisti, medici, infermieri, pompieri, forze dell’ordine. Parlo dell’Alto Adige: come mai non ci si straccia le vesti per le migliaia di cuochi, camerieri, baristi e via dicendo che reggono sulle loro spalle buona parte dell’economia altoatesina? Certo, se lavorano alla domenica hanno diritto al riposo compensativo durante la settimana. Ma alla domenica non tengono famiglia, questi lavoratori? Perché mi pare che nessuno si danni l’anima per tutelarli».

Quarto: «L’e-commerce. Internet è il vero problema del commercio». Lo dice come provocazione, Giovanni Podini, ma fa ben capire come stiano le cose in realtà: «Al limite potrebbe anche starmi bene chiudere la domenica. Chiudiamo tutti però, impedendo di ordinare e acquistare la domenica. Spegniamo il web, così staremo tutti più tranquilli, alla domenica non avremo più distrazioni».

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