BOLZANO. L’ala dura degli Schützen tenta la scalata dei Freiheitlichen. Un dato è già sicuro: chiunque vinca il congresso dei «blu» del 20 maggio, il nuovo Obmann sarà un cappello piumato. Appartengono agli Schützen entrambi i candidati alla successione di Walter Blaas, che ha deciso di non ripresentarsi. Il punto di domanda è un altro. Vincerà l’ala più morbida o andrà in porto l’offensiva degli Schützen più radicali e militanti? È su questo che i Freiheitlichen sono in piena bufera, perché il gruppo dirigente è spaccato in due.

Il primo candidato ufficiale risale a diverse settimane fa. Si tratta di Arno Mall, che milita negli Schützen di Salorno e conta sul sostegno di Blaas, dei consiglieri provinciali Tamara Oberhofer e Roland Tinkhauser e dell’attuale segretario organizzativo Lois Taibon. Il gruppo che rappresenta l’ala più liberale ed economica dei Freiheitlichen.

Il colpo a sorpresa è stato garantito nei giorni scorsi da Pius Leitner, ora ex consigliere, che insieme a Ulli Mair e con l’appoggio di Sigmar Stocker, ha gestito la contro candidatura ad Obmann di Andreas Leiter Reber, il comandante degli Schützen del Burgraviato-Passiria.

Il pezzo forte dell’operazione in realtà non è Leiter Reber, ma Florian von Ach, in corsa in ticket come segretario organizzativo. Von Ach è diventato una sorta di vedette della Convenzione per l’Autonomia. Segretario generale degli Schützen, von Ach è il numero tre dopo il comandante Elmar Thaler e il vice Heinrich Seyr.

In questi mesi von Ach si è ritagliato un ruolo nella Convenzione, dove guida l’ala dura della destra tedesca: grazie al numero dei delegati e alla buona organizzazione, il suo gruppo è riuscito a dettare l’agenda della Convenzione sulla riforma dello Statuto, con una full immersion di temi etnici, l’autodeterminazione prima di tutto.

Più per von Ach che per Leiter Reber, l’operazione sta spingendo i Freiheitlichen, già azzoppati dallo scandalo dei vitalizi e dei sex toys, nella loro crisi peggiore. Il partito è sempre stato vicino agli Schützen, a partire dal fondatore Leitner, già comandante dei cappelli piumati. L’operazione con von Ach rappresenterebbe la escalation dei Freiheitlichen verso posizioni di destra etnica che non appartengono al loro attuale dna. Di fatto, i Freiheitlichen diventerebbero un doppione della Südtiroler Freiheit, mentre finora la destra tedesca è riuscita a stare in equilibrio su ambiti diversi. Battaglie etniche e autodeterminazione per la Stf, il partito di Eva Klotz e ora del duro Sven Knoll, critiche anti sistema per la BürgerUnion, economia, pugno di ferro verso l’immigrazione e Stato libero per i Freiheitlichen, caratterizzati da un profilo più morbido nei confronti del gruppo italiano. Spostare i Freiheitlichen sull’ala più radicale rischia di alzare il livello dello scontro etnico in provincia «Senza tra l’altro garantirsi un successo elettorale», commentano nella Svp, che sta alla finestra, sorride e fa di conto. Gli Schützen in Alto Adige sono in tutto 5100, comprese le Marketenderin, troppo pochi per rappresentare un interessante bacino elettorale da dividere tra destra tedesca e Svp. In compenso, la scalata degli Schützen potrebbe provocare la fuga dai Freiheitlichen degli elettori che ne avevano sposato l’anima più economica e liberale. Tra i banchi del consiglio provinciale, tensione alle stelle. La convivenza dopo il congresso? Non scontata.

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