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Gran Zebrù, dal ghiaccio spunta la baracca dei soldati

La scoperta in vetta a 3.800 metri di quota dovuta al riscaldamento globale


di Ezio Danieli


BOLZANO. Lo scioglimento costante dei ghiacciai ha portato la Sovrintendenza ai beni archeologici di Bolzano ad un sensazionale rinvenimento. A 3850 metri, proprio sotto la vetta del Gran Zebrù nella zona di Solda, è stata trovata una baracca militare usata nella prima guerra mondiale. La baracca è ancora parzialmente coperta dal ghiaccio, sono a rischio le fondamenta. E' necessario fare presto perché sotto la pressione del ghiaccio l'intera costruzione rischia di cedere, soprattutto se dovesse proseguire l'azione di scioglimento. Sono numerosi i reperti bellici, parte dei quali sono stati anche recuperati. Tra questi anche dei giornali dell’epoca perfettamemente conservati dal ghiaccio. Trovati anche elmetti e munizioni che sono stati portati in Sovrintendenza dove vengono analizzati. La segnalazione della baracca di legno -le dimensioni dovrebbero essere di 4 metri di larghezza e di almeno 10 di lunghezza - era stata fatta tempo fa dall'associazione di Solda che si occupa dei reperti lasciati in zona durante la prima guerra mondiale. Erano stati diversi i sopralluoghi, poi la Sovrintendenza ai beni archeologici di Bolzano ha concesso il benestare per approfondire le ricerche alle quali hanno partecipato gli archeologi Luca Bezzi ed il collega della Pusteria Rupert Gietl, accompagnati da due componenti dell'associazione di Solda e da una guida alpina. «Siamo stati impiegati a lungo -dice Gietl - e la baracca effettivamente l'abbiamo trovata. Ne emerge, dal ghiaccio, soltanto una parte. Sappiamo che è stata costruita nella primavera del 1917 ed abbandonata, definitivamente, nel novembre dell'anno successivo. Poteva contenere dieci soldati e quattro ufficiali per cui pensiamo che le dimensioni della baracca siano più ampie». La baracca in legno è in una posizione molto esposta. La si poteva raggiungere attraverso una galleria che era stata scavata sul Gran Zebrù. «Tutta la parete -continua Gietl - è soggetta allo scioglimento del ghiacciaio che nel 2001 era addirittura crollato. Adesso vedremo di recuperare altri reperti». La Sovrintendenza ha dato il pieno appoggio ai due archeologi che proseguiranno il loro intervento. Luca Bezzi evidenzia la difficoltà di operare in quella zona così elevata. Siamo ad oltre 3800 metri di quota. "Stiamo valutando la possibilità di predisporre un sistema di documentazione in 3D di ciò che si vede della baracca e dei vari reperti, tutti in buona conservazione, trovati lì attorno ed in parte già portati in Sovrintendenza" dove il materiale ritrovato viene giudicato importante anche perché è bene conservato". La baracca in legno che risale alla prima guerra mondiale è la più alta in quota fra quelle scoperte in provincia di Bolzano. Nella zona dell'Ortles, come sul Gran Zebrù, sono venute alla luce diverse testimonianze della prima guerra mondiale.













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