l’esposizione

Gschwendt, lungo viaggio nell’evoluzione stilistica

BOLZANO. Era arrivato alla soglia dei cent’anni, Heiner Gschwendt, importante esponente oltre che decano dell' arte tirolese. Nato a Bolzano, ma profondamente legato a Chiusa, Gchwendt fu un illustre...


di Severino Perelda


BOLZANO. Era arrivato alla soglia dei cent’anni, Heiner Gschwendt, importante esponente oltre che decano dell' arte tirolese. Nato a Bolzano, ma profondamente legato a Chiusa, Gchwendt fu un illustre rappresentante della cosiddetta «Klausner Künstlerstädtchen», indicata come probabile luogo natale del poeta medioevale Walther von der Vogelweide, luogo nativo di pittori come Gallmetzer, Kargruber, Piffrader, Rabensteiner, Schieder, Telfner e annoverato come meta di prestigiose frequentazioni, a cominciare dal giovane Albrecht Dürer nel 1494 e poi, nel '700 e nell' '800, da rinomati personaggi come Braith, Defregger, Egger-Lienz, Kanoldt, Koester.

Gschwendt è scomparso nel 2011 ed in questi giorni la Galleria Prisma di Bolzano commemora con una bella mostra la sua figura e il suo operato. Si tratta di un’ampia retrospettiva che consente di ripercorrere le tappe della sua evoluzione stilistica nell' arco di tanti decenni e di apprezzare la fertile e vivace attività dell' artista in tutte le sue articolazioni, suddividendo bozzetti di opere pubbliche sacre e profane, quadri ad olio, a tempera, gouache, grafiche, vetrate ed altre tecniche operative. Gschwendt ha realizzato numerosi affreschi dislocati in tutto il territorio provinciale sul territorio provinciale sia in chiese che in edifici privati (a Bolzano, ad esempio, ha realizzato la facciata della Haus der Kultur). Molte, dicevamo, le tecniche usate, sempre affrontate con grande serietà operativa, e molte le tematiche trattate, in un ambito che varia dal figurativo stilizzato all' astratto con il frequente apporto di geometrismi. Una varietà di linguaggi espressivi poliedrica e versatile, in cui Gschwendt assume molti ruoli, dall' illustrazione editoriale, alla pittura tout court, dall' affresco su grandi formati alle xilografie a colori; molto interessanti e di rara qualità queste ultime, in quanto rispecchiano la sua propensione ad una armoniosa sintesi da cui traspare, stemperata nella modernità dei temi trattati, una apprezzabile influenza nordica. L' artista ha inoltre prodotto mosaici e composizioni in vetro colorato, opere che nascono da un gioco d' insieme in cui le linee strutturali e le superfici colorate sono armonizzate in una sensibile operazione di proporzionamento che genera una luminosa e vibrante tensione espressiva.

Perciò Gschwendt si configura tra gli autori più rilevanti e fondamentali nel percorso di innovazione dell' arte sudtirolese: dalla sua opera pittorica e grafica emerge infatti un chiaro intento di ricerca finalizzato ad una riformulazione stilistica della tradizione figurativa locale. Abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo e lo ricordiamo come artista maturo e illuminato, dotato di riservatezza e modestia. La mostra si concluderà il 15 maggio.

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