la storia

Hans Cassonetto torna a rivivere sui muri di Bolzano

L’opera realizzata in via Fiume dal Collettivo Fx Rifiutò la ricca eredità per vivere come un clochard


di Alan Conti


BOLZANO. I bolzanini si fermano, sospesi a metà tra la curiosità e la nostalgia. Il volto è di quelli conosciuti, nonostante i mesi che passano da quella terribile notte di Natale che lo portò via. In via Fiume è comparso da ieri un murales dedicato a Giovanni Valentin, per tutti Hans Cassonetto, il clochard che abitava la città per scelta dopo aver rifiutato un’importante eredità di famiglia pur di continuare a condurre la sua vita così come l’aveva scelta.

Ne scrutava le strade e da lì continua, seppur disegnato a un murales, a guardarla. L'iniziativa è di un gruppo di Reggio Emilia chiamato Collettivo Fx all'interno di un progetto intitolato “Dietro ogni matto c'è un villaggio”.

Un viaggio di un mese in venti tappe dalla punta al tacco dell'Italia, da Bolzano a Mazara del Vallo. Mantova, Oderzo, Modena, Cotignola, Cesena, Pesaro, Jesi, Teramo, Roma, Napoli, Bonito Irpino, Ariano Irpino, Grassano (Matera), Cosenza e Messina le tappe intermedie.

In ogni luogo un murales dedicato a personaggi che sono stati al centro della comunità, seppur da una prospettiva particolare. «Li chiamiamo matti, ovviamente con un'accezione bonaria» spiegano i coordinatori che non forniscono nomi propri degli artisti per dare al tutto l'unicità del nome “Collettivo Fx”.

«Cerchiamo di provocare un pensiero nelle persone proponendo chi, con la sua vita, ha saputo fare esattamente questo. Ponendosi al di fuori di certi schemi, rifiutando certe condizioni preconcette e mostrando caratteristiche che sono uniche. In questo senso Hans Cassonetto è perfetto per questo scopo. Entrava nella differenziata e metteva ordine, rimettendo a posto i rifiuti gettati in modo errato».

Così il progetto è arrivato nella giornata di ieri a Bolzano, precisamente in via Fiume, grazie alla collaborazione con Volontarius e Murarte: «Due associazioni che ci hanno permesso di sentirci subito a casa fornendoci tutto quello di cui avevamo bisogno dal punto di vista logistico».

Candele e fiori per Hans «cassonetto» Via vai di bolzanini in piazza del Grano sul luogo della tragedia

Veniamo al disegno: Hans Cassonetto è raffigurato mentre esce da un cerchio come se fosse un busto elegante e in mano tiene una lente. «Sbuca dal piano di disegno come sbucava dai cassonetti e l'elemento della lente è stato un suggerimento dei cittadini che si feramo a chiacchierare con me. La gente è contenta di quello che facciamo, anche gli anziani che di solito sono più critici, In questo senso la vostra città ci ha molto colpito per l’affetto che nutre ancora per questa persona e per la sua sensibilità nel capire il nostro progetto artistico di arte di strada».

Bolzano: in un murales rivive Hans "Cassonetto", morto la notte di Natale

E' stato realizzato dai writers del Collettivo Fx in via Fiume. Hans aveva scelto di vivere in strada, rinunciando ad una ricca eredità, ed in strada è morto. Ucciso dalle fiamme di un fuoco che aveva acceso per scaldarsi in piazza del Grano nella notte di Natale del 2011. L'iniziativa è di un gruppo di Reggio Emilia chiamato Collettivo Fx all'interno di un progetto intitolato “Dietro ogni matto c'è un villaggio”. Un viaggio di un mese in venti tappe dalla punta al tacco dell'Italia, da Bolzano a Mazara del Vallo. Mantova, Oderzo, Modena, Cotignola, Cesena, Pesaro, Jesi, Teramo, Roma, Napoli, Bonito Irpino, Ariano Irpino, Grassano (Matera), Cosenza e Messina le tappe intermedie. In ogni luogo un murales dedicato a personaggi che sono stati al centro della comunità, seppur da una prospettiva particolare. «Li chiamiamo matti, ovviamente con un'accezione bonaria» spiegano gli artisti. Fotoservizio Claudia Fornari

Giovanni Valentin, come detto, fece una scelta coraggiosa. La mamma, infatti, gli lasciò un’eredità capace di costituire una base importante per costruire qualsiasi futuro e anche qualcosa di più. «Diceva che soltanto così poteva sentirsi libero» spiegò una sua conoscente in un’intervista all’Alto Adige. Si trattava, infatti, di 250mila euro, una villa e un discreto numero di appartamenti. La notte di Santo Stefano del 2011, però, è stato ucciso, investito dal fuoco che aveva acceso per scaldarsi. Aveva l’abitudine, infatti, di appiccare le fiamme ad alcuni cartoni in piazza del Grano per difendersi dai morsi del gelo invernale. La tragedia si è consumata davanti al bar Exil: probabilmente Valentin si è avvicinato troppo al fuoco e subito è stato avvolto dalla sua furia. La sua vera storia, però, emerse solo dopo la sua scomparsa e oggi trova ricordo in un disegno dalla forte valenza simbolica.

La conferma di come certi personaggi rimangano nel cuore di una città.

E' tornato «Hans cassonetto», l'eco-clochard Dimesso dall'ospedale dopo l'incidente, ha ricominciato la vita di sempre e a differenziare i rifiuti













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