Holzer torna alla carica Nuova istanza “no vax” 

Il ricorrente che si batte contro l’obbligo delle vaccinazioni ha fatto reclamo Ancora nel mirino l’Asl ed il direttore Schael. I giudici si sono riservati


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Reinhold Holzer non si dà per vinto e torna alla carica a livello giudiziario sul fronte vaccinazioni. Ieri il suo avvocato Janis Noel Tappeiner di Lana ha ribadito e illustrato al tribunale collegiale civile le istanze che in sede cautelare con procedura d’urgenza (ex articolo 700) il giudice Scaramuzzino aveva respinto in blocco. Sulla diatriba delle vaccinazioni, dunque, il braccio di ferro legale va avanti e contro il rigetto dell’istanza Reinhold Holzer ha opposto reclamo. I giudici si sono riservati la decisione, attesa entro i primi giorni della prossima settimana. Come si ricorderà Reinhold Holzer (che sulla vicenda ama definirsi “padre interessato e cittadino ben informato”) aveva citato l’Azienda sanitaria ed il direttore generale Thomas Schael invocando un risarcimento danni per presunta diffamazione (aveva chiesto 75 mila euro) ed aveva chiesto la pubblicazione di alcuni articoli di rettifica da parte di alcuni media coinvolti (in tutto sei testate giornalistiche). Non solo. Anche ieri è stata ribadita la richiesta di imporre all’Azienda sanitaria di cessare in futuro qualsiasi affermazione sulla vicenda delle vaccinazioni obbligatorie. Come noto, presupposti per l'applicazione del procedimento d'urgenza sono il “fumus boni iuris” ed il “periculum in mora”. Il primo requisito viene inteso come probabile esistenza del diritto cautelare (che i convenuti hanno ovviamente contestato anche ieri ), mentre il secondo attiene al pericolo attuale che il diritto del ricorrente possa subire un pregiudizio imminente ed irreparabile. Infatti l'irreparabilità deve essere intesa quale ragionevole e probabile pericolo che il diritto del ricorrente subisca un pregiudizio non altrimenti risarcibile. In occasione del pronunciamento del giudice Scaramuzzino fu proprio su questi punti che il ricorso di Reinhold Holzer non trovò accoglimento. Insomma, il giudice rilevò che non sussistevano le condizioni per i provvedimenti d’urgenza invocati. In altre parole la richiesta di intervento con proceduta d’urgenza non sarebbe stata sufficientemente fondata.

Ieri (in occasione della discussione del reclamo del ricorrente con sostituzione di uno dei giudici che ha ritenuto di doversi astenere) l’Azienda sanitaria ed il suo direttore hanno ribadito un concetto molto semplice e chiaro e cioè che la vaccinazione è un obbligo di legge. «Quindi - ha sostenuto l’avvocato Andreas Widmann - bene ha fatto il direttore a rimarcare l’obbligo. Ovviamente la discussione sulla obbligatorietà dei vaccini va fatta in sede politica. Dal momento in cui l’obbligo della vaccinazione è legge è chiaro che il direttore dell’Azienda pubblica di sanità debba fare tutto il possibile per ottenere la quota prescritta di vaccinazione». «In questo contesto - ha detto ancora l’avvocato Widmann - il direttore dell’azienda sanitaria deve anche avvertire la popolazione di false notizie diffuse al riguardo, che disorientano la popolazione e sono idonee a creare timori e paure». In questo caso - è stato ribadito nell’udienza di ieri - l’onere della prova sulla fondatezza di determinate notizie diffuse grava su Reinhold Holzer il quale dovrebbe provare con criteri scientifici che determinate gravi malattie sarebbero correlate con le vaccinazioni. «Ma questa prova non solo non c’è - ha detto l’avvocato Widmann - ma neppure può essere raggiunta perchè non è così».

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