Holzmann: Monumento, Bondi rifiuterà il museo sul fascismo nella cripta

Giorgio Holzmann sfida Michaela Biancofiore. In palio, la guida del Pdl. E interviene sull'apertura del Monumento alla Vittoria: "Si faccia piuttosto una esposizione sulla Prima guerra mondiale"


Francesca Gonzato


BOLZANO. Giorgio Holzmann sfida Michaela Biancofiore. In palio, la guida del Pdl. «Contiamoci in una assemblea e decidiamo in base agli eletti chi deve coordinare il partito».
La deputata dichiara: «Holzmann riconosca di essere in minoranza e potremo convivere». Ma è proprio questo che l'ex presidente di An, oggi deputato Pdl, non accetta: «La maggioranza è con me».
Holzmann è anche il politico del centrodestra che per primo ha propugnato il disgelo con la Svp. Ci tiene a conservare quella precedenza, senza farsi scavalcare dalla collega-avversaria. Su temi come il Monumento alla Vittoria però la sua apertura si accompagna ad alcuni «no».
Iniziamo da qui.
La trattativa Comune-Provincia-Stato per la riapertura del Monumento alla vittoria sta subendo un'accelerazione. Come la giudica?
«Bene, sono favorevole. E' giusto che il monumento venga aperto durante il giorno e la sera sia invece prevista ancora una protezione, per evitare atti di vandalismo. E' una bella opera, è tempo che venga restituito ai cittadini».
La proprietà è statale. Comune e Provincia spingono perché nella cripta venga aperto un centro di documentazione che racconti la storia del monumento e delle dittature di quell'epoca.
«Non credo che il ministro Bondi potrà mai autorizzarlo».
Perché no?
«Significherebbe riaprire tensioni che non c'è bisogno di rinfocolare. Si faccia piuttosto una esposizione sulla Prima guerra mondiale».
Ma è un monumento eretto dal fascismo, perché non storicizzarlo?
«La popolazione ha già inquadrato quegli anni. Tornare alla divisione tra buoni e cattivi non ci farebbe bene. Lo ripeto, il ministero non darebbe il benestare».
Passiamo ai rapporti nel Pdl locale.
«La collega Biancofiore ha fatto un clamoroso autogol. Spero che grazie a quella sua assurda intervista al settimanale "A" i vertici del partito aprano definitivamente gli occhi su di lei. Potrebbe essere la volta che decidono un commissariamento».
Nell'intervista Michaela Biancofiore dichiara che gli ex An nel Pdl sono voraci. Lei è uno di loro.
«Ha tirato in ballo il ministro Prestigiacomo, che l'ha subito smentita. Ha fatto infuriare gli ex An, ovviamente, ma anche tutti gli altri. L'altro giorno durante una riunione dei vertici nazionali del partito ne hanno parlato velocemente. Mi hanno raccontato di commenti pesantissimi sulla deputata. Il governo è appeso a pochi voti di maggioranza alla Camera. Tirare un missile contro una componente importante del Pdl come gli ex An è semplicemente irresponsabile. A che pro poi? Quando ci si muove in modo così pesante si deve avere almeno un obiettivo».
Chiedete il commissariamento da mesi e non accade nulla. Se non arriverà il commissario, come pensate di andare avanti in Alto Adige con un Pdl spaccato in due?
«Speravamo anche nel congresso a dire la verità, ma credo che una maggioranza così risicata non consenta di mettere in piedi congressi locali: possono nascere delle spaccature, magari qualche deputato lascia il Pdl. Troppo pericoloso».
E allora tutto fermo anche a Bolzano?
«Lancio la mia sfida, visto che Michaela Biancofiore è così sicura di avere in mano la maggioranza del partito: se Roma non decide nulla, convochiamo una assemblea degli eletti e mettiamo ai voti la decisione: a chi spetta la guida del Pdl in Alto Adige? Contando tutti gli eletti, dal parlamento ai consiglieri di circoscrizione, sono sicuro di essere avanti di 6 voti. La collega è convinta del contrario? Contiamoci e chiudiamo questa storia. In Comune a Bolzano intanto il rapporto di forza tra il gruppo consiliari che fa riferimento a me e quello di Michaela Biancofiore è arrivato 10-4».
I consiglieri legati a lei sono 9.
«Robert Oberrauch, ex candidato sindaco, ormai partecipa attivamente all'attività del gruppo Pdl. E' più funzionale così, che stare da solo. Il gruppo biancofiorista è risicato perché la deputata ha fatto campagna elettorale praticamente solo per se stessa penalizzando i suoi candidati. E chi c'è, prima o poi scappa, come dimostrano ex esponenti di Forza Italia come Pasquali e Migliucci».
Intanto Il presidente provinciale Durnwalder accusa: con questo Pdl è difficile trattare, non si capisce a chi rivolgersi.
«Come detto, penso di avere la maggioranza del partito e anche formalmente il nostro gruppo è il "Pdl" sia in consiglio comunale che in consiglio provinciale. Il gruppo della Biancofiore ha scelto altre sigle».
Lei crede ancora di essere guardato con maggiore simpatia nella Svp rispetto al gruppo Biancofiore?
«Più che simpatia è una questione di fiducia: già con An avevamo iniziato una riflessione sui temi dell'autonomia. Ci abbiamo messo due anni a maturare la linea che la proporzionale, un tempo avversata da noi, in realtà è anche una tutela per il gruppo italiano. Michaela Biancofiore invece passa in pochi mesi dallo slogan "cancelliamo la Svp" a un dialogo sbandierato e questo solo perché i suoi referenti le dicono di stare calma, che c'è da costruire un ponte con la Svp».
Il Pdl si dilania per agganciare la Svp, poi arriva la senatrice Thaler Ausserhofer e dice che il referente privilegiato è la Lega.
«E' anche una questione di situazioni. Helga Thaler Ausserhofer è capogruppo della Svp al Senato e Calderoli è stato senatore. Il capogruppo Brugger alla Camera ha rapporti più stretti con esponenti del Pdl come Tremonti e Cicchitto».
Dopo il congelamento, iniziano ad arrivare nuove norme di attuazione, frutto del clima migliorato tra Svp e governo. Qual è il suo giudizio?
«Le norme di attuazione vanno bloccate quando ci sono motivi gravi. Sono favorevole al provvedimento per il Parco dello Stelvio, perché lo Stato non era più in grado di finanziarlo e perché di fatto la gestione era già provincializzata. Quanto alla tutela dell'ambiente, è arduo accusare la Provincia di non essere sufficientemente affidabile in questo campo».
Sono iniziate le manovre per la presidenza del consiglio provinciale. Lei appoggerà Mauro Minniti, attuale vicepresidente?
«E' evidente. Credo anche che Mauro ce la farà. Stiamo assistendo a qualche gioco di ruolo, ma Minniti resta la scelta migliore. Ha una esperienza di quasi venti anni e una linea politica chiara. So che ci tiene molto anche Elena Artioli, ma il suo passaggio burrascoso dalla Svp alla Lega si farà sentire ancora tra le fila della Stella Alpina».
E poi, per restare nel centrodestra, c'è Maurizio Vezzali.
«Vezzali è lo scudiero di Michaela Biancofiore. La Svp lo ritiene inaffidabile quanto la deputata».
Conta di essere ricandidato alle politiche in caso di elezioni anticipate?
«Posso fare politica in qualsiasi ruolo, ma tornare alla Camera mi piacerebbe».
Altro duello con Michaela Biancofiore quindi, che dopo la Campania punta a entrare nella lista regionale.
«Non vedo perché nella lista dovrebbe stare davanti a me. Conterà ancora il merito nel partito spero, peseranno cifre come le sue 2000 assenze nelle votazioni contro le mie 80».
Tornando agli ex An voraci, teme che la riorganizzazione del partito potrebbe penalizzare la vostra componente?
«No, certe distinzioni vanno superate».
Il partito si chiamerà Italia?
«Se quello era il nome scelto da Berlusconi, la Biancofiore con la sua intervista l'ha bruciato».

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