Holzmann: "Torno in campo: mi candido alle provinciali"

L’ex deputato non abbandona la politica. «Pressioni perché a ottobre ci sia anch’io»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Da otto mesi Giorgio Holzmann non è più deputato e ha ricominciato a lavorare. Dopo 25 anni trascorsi come consigliere provinciale e parlamentare. La nuova vita è 15 chili in meno, 40 chilometri al giorno in bicicletta, che da tortura diventano quasi passione. Nessun rimpianto per il Parlamento, giura, e tanto meno per il Pdl, anche se Fratelli d’Italia non decolla. Con la politica comunque a 56 anni non ha chiuso. Alle provinciali non vorrebbe candidarsi, ma è probabile che lo faccia per tirare la lista. Il vero obiettivo è quello di sempre. «Chiudere il cerchio della mia attività politica in Comune». Il sogno, diventare sindaco. «Con una civica». A scanso di equivoci, sul centrodestra una previsione: «Alle provinciali sarà un bagno di sangue».

Com’è la vita da ex?

«Completamente diversa. Ho iniziato a lavorare come broker assicurativo, mi sono messo a dieta, mi alzo alle 6 e faccio 40 chilometri di bicicletta. E mi sento molto leggero».

Sarà dura non sentirsi più chiamare onorevole.

«Nessuno ti chiama più onorevole. È già tanto se non ti tirano le pietre. Lo scorso dicembre, quando ho caricato gli scatoloni sulla mia 500 e ho lasciato Roma, mi sono sentito leggero. Non mi sarei più candidato».

Probabilmente non le avrebbero proposto la candidatura.

«Non ne potevo più del Pdl, basta rospi da ingoiare. Vengo da un’altra storia politica. Nel Pdl non c’è mai stato uno straccio di democrazia interna. Nel 2009 candidarono Michaela Biancofiore alle europee e nessuno ne sapeva nulla: ha deciso Berlusconi. Lo stesso per i candidati sindaci di Bolzano e Merano: decise Silvio. L’Alto Adige non era una eccezione: non s’è mai fatto il congresso e la storia delle primarie è stata una presa in giro».

Invece di lamentarvi, non potevate provare a cambiare qualcosa?

«Un partito di proprietà privata non si cambia. È un sollievo non essere lì a reggere il governo di larghe intese. Dicono che è per salvare l’Italia, ma serve solo a Berlusconi. Un altro governo potrebbe aprire l’asta sulle concessioni televisive».

Fratelli d’Italia si presenterà alle provinciali?

«Sì, lavoriamo alla lista».

Con lei candidato?

«Preferirei di no, perché è tempo di mandare avanti qualcun altro, colleghi come Sigismondi, Pontecorvo, Mariateresa Tomada. Ma ci sono pressioni e se serve, sarò presente anch’io. Ma ciò che veramente mi interesserebbe è chiudere la carriera in Comune».

Ci riproverà come candidato sindaco? L’ultima volta il Pdl scelse Robert Oberrauch.

«Può essere. Se sì, con una civica».

Alle provinciali il centrodestra si presenterà con sei liste. Lei è stato a lungo un leader dello schieramento. Si assume parte della responsabilità per questo disastro politico?

«No, il disastro porta il nome di Michaela Biancofiore. Alle provinciali sarà un bagno di sangue».

Troppo comodo prendersela solo con la Biancofiore.

«Già prima delle politiche avevo avanzato la mia proposto: un passo indietro di persone come me, Biancofiore, Seppi, Minniti e Urzì per aiutare a ricompattare il centrodestra. Mi hanno riso dietro. Alle provinciali si andrà tutti divisi, grazie a una legge provinciale sbagliata, che ti permette di essere eletto con 4000 voti, grazie ai resti. Sono tutti in coda per entrare in un consiglio provinciale che si riunisce tre giorni al mese e fa guadagnare 9000, se tieni conto dei fondi consiliari. Questa situazione è devastante per il gruppo italiano. Alle provinciali sarà pure peggio del solito, perché Urzì, Artioli e Seppi si candideranno con liste territoriali. Una scelta masochista per il gruppo italiano, che dovrebbe puntare ad avere forti partner nazionali per uno sviluppo armonioso della autonomia. Il centrodestra dovrebbe fare diga, visto che il Pd, che invece i contatti nazionali li ha, governa con la Svp in modo del tutto acritico».

Qual è il suo giudizio sull’accordo Durnwader-Delrio sulla segnaletica?

«Sulla toponomastica il Pd ha sbagliato dall’inizio».

Riceve già il vitalizio vero?

«Di questo non parlo, perché allora sì arrivano le pietre. Comunque arriverà una stretta pesante con il contributo di solidarietà».

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