Hotel 7 stelle a Selva, Riffeser ritira il progetto

Più che aver posto la parola "fine" al faraonico progetto, l'imprenditore avrebbe messo in atto una mossa strategica per dribblare le difficoltà politiche e il rischio di una bocciatura



SELVA GARDENA. L'imprenditore Claudio Rifesser ha ritirato il suo progetto di un albergo a sette stelle in val Gardena. Lo ha annunciato il sindaco di Selva Gardena, Peter Mussner. Stasera, il consiglio comunale avrebbe dovuto esprimersi in merito al contestato progetto. Il punto è già stato stralciato dall'ordine del giorno. Dunque, stasera non se ne parlerà.

Rifesser avrebbe solo comunicato la sua decisione, senza motivarla. Mussner non ha comunque escluso la presentazione di una variante. In effetti, più che aver posto la parola "fine" al faraonico progetto, Riffeser avrebbe messo in atto una mossa strategica per riposizionarsi, pur consapevole delle difficoltà politiche.

Sia la Lista Civica, sia la Svp non si erano ancora pronunciate ufficialmente alla vigilia del consiglio: i rappresentanti di entrambe le formazioni politiche hanno deciso di tenere la bocca chiusa fino alla seduta di questa sera.

«Anche per evitare pressioni - dice il capogruppo Svp in consiglio comunale, Christoph Perathoner - abbiamo deciso di non anticipare nulla». «Abbiamo raggiunto una posizione unitaria - spiega Christof Vinatzer della Civica - ma non vogliamo esporla prima della seduta del consiglio».

In teoria sarebbe stato facile immaginare i due ex partner di maggioranza schierati su fronti opposti: da una parte, quella del Volkspartei, l'assessore all'ambiente Adrian Senoner, la consigliera Doris Mussner e lo stesso Perathoner non hanno mai nascosto la loro opposizione al progetto («rispetto le ambizioni imprenditoriali del dottor Reiffeser, ma il Comune non può cedere un terreno così grande, sarebbe un precedente pericolosissimo», dice Perathoner); dall'altra, sul fronte della Lista Civica, l'ex sindaco Roland Demetz e Christoph Vinatzer si sono sempre espressi a favore del progetto della Funivie Saslong.

Sempre sulla carta, i sei voti contrari della Volkspartei, aggiunti ai quattro "contrarissimi" dei Ladins Dolomites potrebbero chiudere la partita. Ma mai dire mai, soprattutto se qualcuno chiedesse - com'è possibile, nel caso di questioni urbanistiche - il voto segreto. «Noi non lo faremo - assicura il sindaco Peter Mussner (Svp) - non abbiamo problemi a dire come la pensiamo, ma se tre consiglieri dovessero richiederlo potrebbe effettivamente succedere».

Tra i due ex partner di giunta ieri è proseguita anche la polemica sulla procedura. «La giunta si assuma le sue responsabilità, decida se vendere il terreno e poi porti le variazioni urbanistiche in consiglio», aveva detto ieri Vinatzer.

«Chi parla così sa veramente poco di diritto pubblico - replica il sindaco, Peter Mussner (Svp) - Si sono già dimenticati cos'hanno combinato all'ex Anri? Quella mancata modifica del piano settoriale della piste ci sta costando un sacco di problemi, è proprio per evitare di ripetere gli errori del passato che abbiamo deciso, prima di vendere un terreno comunale, di affrontare tutte la variazioni urbanistiche relative al progetto della Funivie Saslong. È solo un attacco strumentale contro di me da parte della Lista Civica, lo stesso partito che, improvvisamente, vuole mettere la bandiera ladina su tutti gli edifici comunali: sono stati al governo per anni, perché non lo hanno fatto loro?».













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