I 100 anni di Itala il Novecento visto da via Dalmazia

E’ nata nei giorni dello scoppio della Grande Guerra Testimone eccezionale dei cambiamenti della nostra città



BOLZANO. Scrivere di persone note, delle loro vite e delle loro vicende, è cosa abitudinaria. Diverso, ma non meno importante, è raccontare la vita di coloro che per ragioni personali hanno attraversato la storia di un territorio, come quello altoatesino, arrivando alla soglia dei cent’anni. Sì perché la protagonista di questa storia, che si chiama Italia Petriconi, spegne il 13 agosto 2014 le cento candeline che per l’occasione le accenderanno parenti e amici, che ancora le vogliono bene. La storia di una donna nata a soli 16 giorni dallo scoppio della prima guerra mondiale e che compie in questi giorni, come la Grande guerra, il suo primo secolo di vita. Una vita non sempre semplice, vissuta a cavallo dei due conflitti mondiali in una città come Bolzano, dove nella giovinezza di nonna Italia, o “Itala” come la chiamano tutti, si sente ancora forte il conflitto fra le diverse comunità linguistiche. «Sono nata in Svizzera, a Winterthur, dove i miei genitori erano stati sfollati da Rovereto. Mi hanno chiamato Italia Svizzera, come se fosse una partita di calcio!».

Itala ricorda con piacere la figura positiva della madre Claudia, donna energica e forte che ha allevato da sola 8 figli, dopo che suo marito decise di abbandonarla negli anni venti per farsi un’altra famiglia altrove. Anche per questo motivo finite le scuole elementari, Itala lascia gli studi per dedicarsi alla cura dei fratelli e delle sorelle. Un attaccamento alla cura della casa che segnerà tutta la sua vita, anche quando avrà una famiglia propria con il vigile del fuoco Corino Ober, conosciuto a Bolzano, dve si era trasferita alla fine degli anni Trenta, e che sposerà nel 1940. Anni importanti per la città di Bolzano perché il Regime fascista aveva iniziato a costruire già da qualche anno il rione Littorio, oggi quartiere Europa Novacella, con abitazioni popolari ad alta densità per la comunità italiana e dove Itala va a abitare in via dalmazia all'inizio degli anni Quaranta grazie al lavoro del marito. Gli anni del secondo conflitto mondiale sono anni difficili per tutta la popolazione della città, passati in continua tensione a causa dei bombardamenti degli anglo-americani e del bombardiere “Pippo”. «Ogni volta che sentivamo suonare la sirena sapevamo che da lì a poco avrebbero sganciato bombe sulla città e allora raccoglievamo tutto e scappavamo nel rifugio antiaereo sotto casa, attraverso il passaggio interno della cantina. La paura era tale che mi cedevano le gambe e mi sedevo per scendere i gradini che portavano al rifugio». Per fortuna il marito ha degli amici a Cavalese dove Itala può rifugiarsi con il piccolo figlio Roberto nato nel 1941, mentre Corino deve rimanere per ragioni di servizio a Bolzano. La guerra finisce e incomincia la ricostruzione. Bolzano ha riportato danni a molti edifici, ma Itala torna in città e nel 1947 nasce la secondogenita Sonia. Nel quartiere Europa Novacella la vita riprende a scorrere con regolarità, Itala va a fare la spesa a “La Provvida” di via Dalmazia, lo spaccio che vende prodotti alimentari e tessili a prezzi equi per la popolazione più bisognosa e si dedica con passione alla sartoria. Gli anni difficili non consentono di poter acquistare vestiti e poi ci sono gli americani che nel quartiere vendono le camicie militari e la splendida seta ricavata dai paracadute con la quale Itala può fare vestiti per tutti. Una passione, quella di disfare e ricomporre i tessuti, che la porterà come aiuto sarta dei costumi degli spettacoli del teatro Minerva, dove la figlia Sonia incomincia a fare danza con la maestra Lella Giovanardi.

Una vita fatta di passione e di quotidianità, lunga un secolo, segnata dai grandi eventi della storia e di una città in crescita. Oggi Itala vive con la badante Valentina, ha cambiato casa ma mantiene nello sguardo la vitalità e la curiosità di chi sa di essere testimone privilegiato di una grande storia, quella del Novecento di questa città. Auguri Itala e cento di questi giorni! (l.b.)













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