I biologi della Provincia: il Talvera sta morendo

Biodiversità scarsa, i pesci non si riproducono più. Troppe opere di sicurezza e centrali idroelettiche



BOLZANO. Senza curve o tratti meandriformi. Senza irregolarità. Senza acque chete o a velocità differenti. Senza naturalezza. Senza ghiaia, trattenuta dalle briglie di contenimento contro le esondazioni. Senza tutto ciò, ma con le improvvise piene dovute all’apertura delle paratie delle centrali idroelettriche, nel Talvera le trote non si possono più riprodurre e la biodiversità, vegetale e animale, se ne va a farsi benedire.

La realtà è spesso più complessa delle banali semplificazioni cui siamo abituati da sempre. E questo vale anche per il torrente che attraversa Bolzano: il Talvera non sono solo i suoi prati. Il Talvera è un crogiolo di interessi differenti e spesso contrapposti, in equilibrio precario fra utilizzo e tutela. Occorre trovare una mediazione per poter salvare capra e cavoli. È il succo di un illuminato convegno di livello accademico tenutosi ieri alla Lub e incentrato sull’ecosistema Talvera nel suo tratto urbano. Il dato meno noto ai più, emerso ieri, è semplice, pur nella sua crudezza: il Talvera sta morendo.

 













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