I carabinieri volevano sospendere Katia Tenti

La richiesta cautelare durante l’indagine sui rapporti con Dalle Nogare Per i Ros andava rimossa dagli incarichi pubblici. Ma la Procura disse no


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Durante l’inchiesta sul caso Dalle Nogare, i carabinieri dei Ros dopo alcuni pesanti risvolti emersi a carico del direttore di dipartimento Katia Tenti ne chiesero la sospensione dalle funzioni professionali all’interno della pubblica amministrazione. L’istanza, consegnata al sostituto procuratore Giancarlo Bramante, non ebbe seguito in quanto il magistrato (che avrebbe dovuto chiedere un provvedimento cautelare al Gip) ritenne la misura non necessaria.

Questo episodio è comunque ancora dimostrazione della gravità di alcune contestazioni mosse nei confronti del funzionario provinciale a carico della quale la Procura ha intenzione di chiedere il rinvio a giudizio per presunti favoritismi nei confronti degli imprenditori Angelo e Antonio Dalle Nogare in merito alla gara bandita dall'Ipes per la costruzione di un centinaio di alloggi terreno Mair-Defranceschi di via Resia. Una posizione processuale, quella di Katia Tenti, pesante e imbarazzante per il suo ruolo professionale all’interno della pubblica amministrazione.

E’ vero che nel corso dell’inchiesta è caduta l’accusa di abuso in atti d’ufficio, ma è anche vero che nell’avviso di conclusione indagine alla dirigente (in concorso con gli imprenditori) si contesta la rivelazione e l’utilizzo di segreti d’ufficio oltre alla turbativa d’asta . Sono ipotesi accusatorie molto pesanti per un funzionario provinciale , soprattutto in considerazione del legame di profonda amicizia che legava la stessa Tenti ad Antonio Dalle Nogare. In particolare la Procura della Repubblica ritiene incontestabile un fatto che ritiene oggettivo in quanto dimostrato tecnicamente: il 20 agosto 2013 la stessa Tenti avrebbe scaricato dalla sua webmail il disciplinare di gara per l'appalto Ipes. Quindi - sempre secondo l’impostazione accusatoria della Procura della Repubblica - gli imprenditori Angelo ed Antonio Dalle Nogare avrebbero apportato delle modifiche proprio su indicazione della dirigente provinciale. Un intervento sottotraccia di Katia Tenti che - secondo l’accusa - sarebbe stato ideato per plasmare il bando di appalto (indetto il 2 ottobre del 2013 dall'Ipes) in maniera tale da favorire i due imprenditori inquisiti. E’ in questo contesto che i carabinieri dei Ros fecero presente alla Procura la necessità di sospendere in via cautelare Katia Tenti dalle sue funzioni di funzionario provinciale. La Procura, però, come detto, si dimostrò di parere diverse e a carico di Katia Tenti non fu preso alcun provvedimento. Il quadro complessivo probatorio indicato nell’avviso di conclusione indagini è però eloquente in quanto si parla di «patto collusivo che prevedeva anche che l'alto dirigente prendesse parte alle riunioni antecedenti e successive del consiglio d'amministrazione dell'Ipes, nonostante non ne facesse parte, che prendesse contatto con l'avvocatura del Comune di Bolzano e della Provincia». Entro fine estate la Procura della Repubblica prenderà la decisione definitiva sulla richiesta o meno di rinvio a giudizio degli inquisiti. L’avvocato Carlo Bertacchi (difensore di fiducia di Katia Tenti) ha ottenuto (anche grazie alle ferie giudiziarie) altro tempo a disposizione per controbattere alle tesi accusatorie e ha annunciato una corposa memoria difensiva entro il 31 agosto.

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