I centri sociali: torneremo al Brennero
Annunciate altre manifestazioni ad aprile. La polizia austriaca sta analizzando i video: in arrivo decine di denunce
BOLZANO. Gli scontri tra polizia austriaca e antagonisti dei Centri sociali di tutta Italia (domenica erano 800, di cui un centinaio provenienti da Bolzano e Trento) sembrano destinati a ripetersi a breve. Lo hanno promesso i responsabili della protesta al Brennero, tra i quali figurano il veneziano Tommaso Cacciari, un mestrino e lo zoccolo duro del centro sociale Bruno di Trento. «Torniamo dal Brennero urticati e ammaccati - ha scritto Cacciari in un tweet - ma felici di aver violato l'odioso confine».
Il prossimo evento in calendario è il concerto a sostegno dei rifugiati del 24 e 25 aprile e proprio in quell’occasione alcuni gruppi di antagonisti sarebbero intenzionati ad organizzare un nuovo corteo. Tra l’altro per quella data l’Austria potrebbe aver già ripristinato i controlli al confine italo-austriaco, come promesso a più riprese dal Governo di Vienna, propenso a mandare anche i soldati per presidiare il valico.
Le indagini degli austriaci. La polizia austriaca ha avviato formalmente le indagini dopo i tafferugli durante la manifestazione dei centri sociali ed ha iniziato ad analizzare i video della protesta. Anche se non in tempi brevi potrebbero arrivare decine di denunce per i manifestanti italiani che sono andati sui binari, per quelli che hanno tentato di forzare il cordone della polizia ma anche per coloro che hanno semplicemente partecipato ad una manifestazione non autorizzata sul territorio austriaco. Per completare l’analisi dei video potrebbero volerci anche alcune settimane, ma gli austriaci chiederanno poi con ogni probabilità l’aiuto dei colleghi delle varie questure italiane per identificare i manifestanti più esagitati, una trentina in tutto secondo le prime stime. Il quarantenne di Asti che era stato fermato al termine della manifestazione è stato trattenuto solo per qualche ora e rilasciato. Con ogni probabilità sarà denunciato per resistenza.
Trenta feriti. Gli scontri sono avvenuti al termine della manifestazione contro le politiche Ue sui migranti, quando un gruppetto di antagonisti si è staccato dal corteo, ha tentato di bloccare il transito di un treno e ha lanciato sassi e bengala contro gli agenti austriaci, ferendone tre. Una trentina tra poliziotti e manifestanti sono rimasti leggermente contusi per gli effetti dello spray urticante. «Il tutto - sottolineano alcuni testimoni - si è concluso nel giro di due minuti».
I manifestanti locali. Al Brennero i bolzanini erano una trentina e i trentini una settantina, con una nutrita rappresentanza del centro sociale Bruno. Tra gli altoatesini c’erano esponenti dei Verdi e di Rifondazione, ma anche una manciata di antagonisti.
Lega controcorrente. L’unica forza politica in Alto Adige che sta dalla parte dell’Austria è la Lega. «Con tristezza e disappunto ho appreso della manifestazione organizzata dai centri sociali del Nord Est e dai partiti di estrema sinistra sul suolo austriaco», commenta il brissinese Massimo Bessone. «Credo - prosegue - che in Italia, alcuni gruppi di persone, abbiano dimenticato cosa significhi veramente manifestare, perché quella messa in scena poco dopo il confine non era certo un voler esprimere le proprie idee, ma un misto di provocazione e atti vandalici». Secondo Bessone «l'Austria ha il diritto di chiudere i confini e tutelare il proprio Stato».
La posizione di Bruxelles. «L'Austria ha reso noti a settembre i controlli alle frontiere, in linea con le regole del codice Schengen», ha spiegato la portavoce della Commissione europea a chi chiedeva se la chiusura alla frontiera del Brennero fosse necessaria dopo la chiusura della rotta dei Balcani.
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