I consumatori bolzanini: la concorrenza fa bene

Le associazioni difendono le catene: «Assurde le resistenze contro Mediaworld»


Antonella Mattioli


BOLZANO. «La concorrenza fa bene a tutti: alla clientela che ha più scelta e ai commercianti che devono attrezzarsi per conservare la fetta di mercato». Walter Andreaus, direttore del Centro consumatori, risponde così a chi, sindacati e Unione, teme le conseguenze dell'arrivo delle grandi catene.  EURONICS. Per oggi alle 14.30, presso la sede dell'Unione commercio, il gruppo Matteucci-Euronics ha convocato i sindacati per discutere di 9 esuberi su un totale di 52 dipendenti distribuiti nei tre punti vendita Euronics di Bolzano e Brunico. Per 9 dipendenti - 7 in via Galvani e 2 in corso Libertà - l'azienda ha avviato le procedure di mobilità nazionale. Causa dichiarata della riorganizzazione strutturale, che prevede anche l'affitto del ramo d'azienda alla Derta spa di Castel Dazzano (Verona) che commercializza il marcio Euronics, l'effetto Mediaworld, il colosso dell'elettronica, aperto il 9 settembre in via Galilei.  TRONY. Non solo il gruppo Euronics-Matteucci ha risentito dell'arrivo di Mediaworld ma anche Trony. Dall'esame dei bilanci del negozio di via Grappoli risulta una perdita del 30% in due mesi. Di qua la decisione della proprietà di dare incarico all'avvocato Igor Janes di impugnare davanti al Tribunale amministrativo regionale le licenze rilasciate da Provincia e Comune al centro commerciale Twenty ed in particolare a Mediaworld. «Noi riteniamo - sostiene il legale - che le licenze siano illegittime in quanto in base alla legge provinciale non si può fare commercio al dettaglio in zona produttiva».  UNIONE. Commento di Dado Duzzi, vicepresidente dell'Unione commercio: «Ciò che sta accadendo è la logica conseguenza dell'aumento delle licenze per le grandi strutture di vendita. L'Unione non è contraria per partito preso: ciò che però spesso si dimentica o si sottovaluta è che una grande struttura commerciale può garantire meno della metà dei posti di lavoro che assicurano i piccoli negozi a gestione familiare. Una perdita non solo quantitativa, ma anche qualitativa. Al contrario di una grande struttura, infatti, le piccole e medie aziende, sono in grado di offrire e garantire posti di lavoro specializzati, gratificanti e, spesso, a breve distanza dalla residenza». Duzzi tocca anche il discorso imposte: «Invece di lamentarci dei tagli fatti dalla Provincia, pensiamo al fatto che tutte le grandi catene internazionali, con sede e partita Iva fuori dell'Alto Adige, versano le proprie imposte al di fuori dei nostri confini e quindi nelle casse provinciali entrano meno soldi».  CONSUMATORI. Nonostante questi argomenti il direttore del Centro tutela consumatori Andreaus è sempre più convinto che la concorrenza sia un bene per tutti: «Garantisce più possibilità di scelta e di risparmio alla clientela. Purché ovviamente tutto avvenga nel rispetto delle regole (il riferimento è al braccio di ferro sulla legittimità delle licenze rilasciate al centro commerciale Twenty, ndr)». Per Andreaus non serve a nulla mettersi di traverso, per bloccare l'arrivo delle grandi catene: «Se non vengono loro è la clientela che va a cercarle in Austria, in Veneto, in Lombardia. A questo punto molto meglio che i soldi vengano spesi qui. Capisco la preoccupazione di chi è già sulla piazza, ma non è vero che l'arrivo delle grandi catene comporta una perdita di posti di lavoro. In ogni caso, alla concorrenza si risponde attrezzandosi, ovvero offrendo alla clientela più servizi e tutto quello che la catena non ha. C'è spazio per tutti».

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