I giovani del Pd reclamano spazio «Vogliamo contare di più»

Al Colle cinquanta autoconvocati: «Anni di litigi del gruppo dirigente e silenzio assordante sui temi» Proposte su vitalizi, ambiente, lavoro e sanità. E da quest’anno torna anche la Festa dell’Unità


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Se nel Pd c’è silenzio sui temi più spinosi, «un silenzio assordante», bisogna parlare. Se non viene concesso spazio, bisogna prenderselo. Autoconvocati e autofinanziati, si è riunito ieri sul Colle il gruppo de «Il futuro nelle nostre mani»: cinquanta iscritti e simpatizzanti del Pd, molti giovani, chiamati da Alessandro Huber, Christian Schatzer, Ilaria Piccinotti, Gianluca Da Col e Alexander Tezzele. C’erano anche alcuni dei vertici del Pd, non invitati ma informati dell’evento, come tutti gli altri. E qualche assenza, perché chi rivendica spazio può dare fastidio a chi non ha voglia di stringersi. «Non siamo una corrente, nemmeno uno spiffero e per questo ci siamo riuniti adesso, in tempi non elettorali», risponde Huber prima che venga posta la domanda se saranno la corrente dei giovani scalpitanti. In ogni caso ci saranno, chiarisce Tezzele: «Continueremo a riunirci e porteremo le nostre proposte al Pd». Intanto, annuncia Da Col, i giovani del Pd e Stedy ridaranno vita questa estate alla Festa dell’Unità, assente da anni a Bolzano. Ilaria Piccinotti chiarisce: «Siamo qui per il Pd, non è una guerra alla segretaria e al presidente (Di Fede e Randi), ma pensiamo che dobbiamo uscire dalle liti continue degli ultimi anni. Siamo autoconvocati e autofinanziati perché il Pd deve essere dei cittadini e non del gruppo dirigente che si è autorappresentato in questi anni. Vogliamo cambiare il modo di fare, non solo e non subito le persone». Per sintetizzarla con Schatzer, «se il Pd oggi è spaccato in due, vogliamo essere la terza via. E farci ascoltare». Alle comunali qualcuno di loro pensa di esserci. È un gruppo plurilingue, gli organizzatori sono di Bolzano, Merano, Bressanone e Brunico. Ai tavoli si sono seduti il sindaco Luigi Spagnolli e la segretaria Liliana Di Fede. Superata la sorpresa iniziale, ieri era tutta un sorriso: «Viva i giovani». Luisa Gnecchi rivendica di essere stata «la prima ad arrivare». Le frecciate contro il gruppo dirigente storico, di cui fa parte, essendo deputata? «Ma se mi sono candidata alle primarie proprio in dissenso...». La mattinata è stata dedicata ai gruppi di lavoro su scuola e plurilinguismo, ambiente e sostenibilità, lavoro e pubblica amministrazione, sanità e sociale, innovazione. «Il Pd ci è sembrato timido su tanti argomenti», introduce Huber. Sui vitalizi, è l’accusa, «silenzio assordante». Così anche, aggiunge Tezzele, «sul caso dell’impianto della Croda rossa: è importante capire cosa è accaduto, per avere una nostra posizione il prossimo caso che si presenterà». Schatzer ha seguito il gruppo su impresa e innovazione: «È importante puntare sulla voglia di fare impresa dei giovani. E anche il nostro partito dovrebbe cambiare la propria visione». Al tavolo sulle politiche giovanili, riferisce Gianluca Da Col, si è detto che le scuole dovrebbero parlare più di lavoro, non solo orientamento, ma anche diritti, «per avere giovani informati e meno esposti allo sfruttamento». Il caso Artioli? «Ci interessano gli elettori degli altri partiti, non i dirigenti». Critiche all’Ipes, «che sta pensando di aumentare gli affitti». Sulla sanità viene chiesto più coraggio alla Provincia, «aggredire i margini di risparmio, ripensare la funzione dei piccoli ospedali».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità