I parenti: «Quelle scarpe sono di Stefan»

Domani l'autopsia sul corpo del 17enne ritrovato nell'Adige. Per le forze dell'ordine non ci sono più dubbi


Susanna Petrone


BOLZANO. La vittima ritrovata portava un braccialetto arancione, identico a quelli usati dagli organizzatori di feste presso la «Halle 28»: questo elemento non lascia molte speranze a chi ancora prega che Stefan Seebacher sia vivo. Poi, ieri pomeriggio, un'altra tragica conferma arriva dai parenti del 17enne: «Le scarpe da ginnastica nella foto sono le sue, sono di Stefan. Ne aveva un paio identico il giorno della sua scomparsa».

Il corpo ritrovato nell'Adige due giorni fa, dunque, è quasi sicuramente di Stefan. Per le forze dell'ordine oramai non ci sono dubbi. Ma bisogna comunque attendere i risultati del test del Dna e l'autopsia, che verrà effettuata domani dall'anatomopatologo dell'ospedale San Maurizio di Bolzano. Ieri pomeriggio, infatti, alle 13, la salma ritrovata nel Trentino, all'altezza dello sbarramento di Mori, è arrivata all'obitorio del capoluogo altoatesino.

Dopo un breve giro di telefonate è stato deciso che tutte le verifiche verranno fatte a Bolzano e coordinate dal sostituto procuratore Igor Secco, che cinque settimane fa aveva aperto un fascicolo subito dopo la scomparsa del 17enne di Collalbo. Per la famiglia si tratta della fine di un incubo, la fine di incertezze, dubbi, pensieri e giri in macchina senza una meta precisa. Ma allo stesso tempo il ritrovamento di due giorni fa è l'inizio di un altro inferno, forse il peggiore: la consapevolezza di non poter mai più stringere fra le braccia Stefan, la certezza che quel timido e gentile ragazzo non dormirà più nel suo letto, la disperazione di un padre e di una madre che non potranno più dire al proprio bambino che lo amano.

Loro, che vivevano della speranza di vederlo rientrare a casa. I genitori, da quando hanno saputo del ritrovamento di un corpo nel fiume, non hanno avuto il coraggio di lasciare la propria casa a Collalbo. Sono gli stessi genitori che ieri non hanno trovato la forza di andare in questura a vedere gli oggetti personali della salma ritrovata. Per loro si sono presentati negli uffici della polizia i parenti di Stefan, che purtroppo hanno dovuto confermare la tesi delle forze dell'ordine: la sera della sua scomparsa il 17enne indossava lo stesso paio di scarpe da ginnastica ritrovate addosso alla salma di Mori.

Una scarpa era al piede del cadavere, quando è stato ritrovato da alcuni operai che stavano effettuando dei lavori sotto i piloni dell'autostrada. La seconda scarpa invece è stata recuperata tra alcuni cespugli, sulla riva dell'Adige, a pochi metri di distanza dalla salma. Due gli elementi più importanti, dunque, che confermano - per il momento - che si tratti effettivamente del giovane altoatesino: il braccialetto della discoteca e le scarpe da ginnastica, della stessa taglia portata dal 17enne. Per non parlare dell'altezza: 1,70, che corrisponde a quella di Stefan. Ed infine il primo riscontro da parte dei medici durante l'ispezione cadaverica: quel corpo straziato con ogni probabilità era in acqua da molte settimane. Cinque settimane, per essere precisi.

Cinque lunghe settimane per la famiglia, gli amici, i parenti. Cinque settimane di angoscia mischiata alla speranza. L'autopsia verrà effettuata comunque. Il test del Dna anche. La Procura di Bolzano vuole essere certa che si tratti di Stefan. Anzi, deve essere certa che si tratti di lui. Lo deve alla famiglia.

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