LA SANITA' BOLZANINA

I primari scrivono all'Asl"Vogliamo ambulatori privati"

I medici ospedalieri chiedono di essere messi nelle condizioni di esercitare la libera professione: "Altrimenti dovremo essere risarciti"


Valeria Frangipane


BOLZANO. Prima ha protestato il sindacato dei medici Anaao: «Che ce ne facciamo di una libera professione di un’ora e mezza alla settimana? Sembra una barzelletta».
 E adesso alzano la voce pure i primari del San Maurizio che devono organizzare reparti, carichi di lavoro, personale, visite e che, in una mozione approvata dall’assemblea dell’Anpo e firmata dal presidente Giulio Donazzan, chiedono alla direzione del Comprensorio ed all’Asl unica che fine abbia fatto la libera professione: «Deve iniziare al più presto altrimenti ci riserviamo di chiedere all’amministrazione un rimborso per la mancata attività». Insomma la rivoluzione tanto attesa, e tanto subìta dall’Asl che aveva abolito le visite a pagamento nel 2003, arranca. Dal primo gennaio avrebbe dovuto scattare infatti all’ospedale di Bolzano - come in tutti gli altri Comprensori dell’Alto Adige - l’intramoenia che permette ai medici che l’hanno scelta (140 solo a Bolzano) di svolgere la libera professione dentro le mura dell’ospedale.
 Ma la riforma resta una chimera.
 Andreas Fabi, direttore dell’Asl unica, chiede di avere pazienza: «È vero, siamo in ritardo ma siamo alle prese con uno dei lavori più complessi degli ultimi anni. Vuol dire che la partenza slitterà a marzo».
 Ma all’Anpo sono stanchi di aspettare perché «troppe promesse sono andate disattese». Così hanno presentato ai vertici dell’amministrazione una lista della spesa complessa e dettagliata. «La libera professione deve iniziare al più presto. Chi l’ha scelta deve essere autorizzato a partire entro il 15 gennaio. Entro la stessa data devono scattare le prenotazioni dei pazienti e da febbraio devono iniziare le visite presso i poliambulatori».
 I primari chiedono che l’Azienda informi la popolazione su come cambierà la sanità coinvolgendo anche un loro rappresentante e vogliono che metta a disposizione di pazienti e medici le strutture ambulatoriali per poter estendere le fasce orarie di attività libero professionale: «E poi mancano strutture per i ricoveri a pagamento».
 La mozione prevede anche una verifica mensile delle attività intraprese dall’amministrazione per avere la possibilità, se risulterà necessario, di inserire nuovi medici, nuove prestazioni ed avere a disposizione strutture per l’attività medica e chirurgica. Il direttivo provinciale del sindacato Anaao-Vlk-Assomed ne approfitta per puntualizzare e stigmatizzare l’operato dell’Azienda che scoraggia, di fatto, l’intramoenia: «Limitare l’attività ad un’ora e mezza alla settimana, solo a partire dalle 17 dei giorni feriali e/o al sabato mattina non ha senso e vuol dire, di fatto, impedirla. Vista la situazione dopo aver consultato i nostri legali puntiamo a chiedere una libera professione allargata agli studi ed agli ambulatori privati. Forse solo così facendo riusciremo a spuntare qualche reale apertura sulla gestione di spazi e orari in ospedale».













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