I profughi dell’ex Alpi cantano per i bolzanini

Applausi al «Mercatino della solidarietà» per il gruppo di “Ardadioungo” Volontarius: un’occasione utile per rinsaldare il rapporto con la cittadinanza


di Alessandro Bandinelli


BOLZANO. Sono usciti a testa alta, quaranta richiedenti asilo, dall’ex hotel Alpi dove da alcuni mesi sono ospitati. Sono usciti con i loro strumenti sottobraccio: percussioni, casse e microfoni, giusto il tempo di salutare il loro angelo custode, Mario Tempesta - operatore di Volontarius e custode appunto della struttura e avviarsi in centro. «Non è la prima volta che i ragazzi fanno di queste uscite - conferma Tempesta - ogni tanto abbiamo promosso queste iniziative per cercare di avvicinare la popolazione ai ragazzi e viceversa. Si tratta del gruppo artistico dei nostri ospiti, molti erano musicisti nel loro Paese e altri si sono appassionati da quando sono arrivati qui». A ispirare queste sortite musicali è il collettivo “Ardadioungo”, formato da musicisti ospitati dell’hotel e capitanato da un gardenese, Eduard Demez, che li ha già diretti a “Transart”, “Bolzano frontiera d’Europa” e “Refugees welcome”: «Queste attività - spiega l’organizzatore dell’esibizione Andres Pietkiewicz della cooperativa Risorse Future che insieme con Volontarius hanno allestito uno degli stand del mercatino della solidarietà: «L’idea nasce da una richiesta del Comune che ha chiesto a ciascuno di noi del mercatino di organizzare un piccolo intrattenimento e così abbiamo pensato di coinvolgere i ragazzi di “Casa Alpi”». I ragazzi sono arrivati nella piazza nel pieno del mite pomeriggio di ieri e hanno cominciato a suonare attirando l’attenzione dei passanti. Molti si sono voltati per gettare uno sguardo, alcuni si sono fermati ad ascoltare con più attenzione, qualcuno poi si è lasciato coinvolgere nelle fantasiose danze che alcuni hanno improvvisato nella piazza. Tra i bolzanini, papà e mamme con bambini, giovani e meno giovani che hanno sorriso, applaudito e sospinto battendo le mani gli esotici ritmi africani. Tra un’esibizione e l’altra alcuni richiedenti asilo hanno brevemente raccontato le loro storie, e ringraziato Bolzano e i bolzanini: «Sono scappato dal mio paese e dalla guerra - dice un ragazzo - non ho mai visto un paese che aiuta la gente come qui in Italia, a Bolzano». Poi partono con un canto, è una canzone che esprime lo stesso concetto, composta dai ragazzi in onore della città che ha dato loro l’opportunità di avere un posto al caldo nella struttura di via Alto Adige, e l’occasione di studiare. Intanto sabato gli scout porteranno a Bolzano la “Luce di Betlemme”:« Hanno chiesto di poterla portare in una nostra struttura e abbiamo proposto l’Hotel Alpi». Ha detto il protavoce di Volontarius, Roberto Defant.

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