I quartieri: più pattuglie sulle passeggiate 

Il dramma del Ponte Giallo. Le circoscrizioni chiedono un maggior presidio delle forze dell’ordine, senza scordare altre iniziative che “riempiano” gli spazi e prevengano situazioni di microcriminalità. Widmann: ma l’unica soluzione è la certezza della pena per chi delinque



Bolzano. Dopo la violenza sessuale di cui è rimasta vittima una studentessa quindicenne, attorno alle 15 di lunedì 6 maggio, sulla ciclabile vicino al ponte giallo, la parola d’ordine in città è “più sicurezza”. Soprattutto in quelle zone che, come ciclabili e passeggiate, pur molto frequentate, attirano anche personaggi tutt’altro che raccomandabili. C’è chi chiede pattuglie “dedicate” che vedano l’impiego di personale di carabinieri, polizia di stato e polizia municipale, magari a bordo di golf car elettriche che consentano spostamenti rapidi in caso di emergenza. Mezzi elettrici, silenziosi e in grado di muoversi in sicurezza tra la gente che la polizia ha già in dotazione in altre città e che in molti hanno già visto in servizio in Vaticano.

Abbiamo chiesto ai presidenti di circoscrizione, referenti primi dei cittadini dei loro quartieri, una loro opinione. Quasi tutti d’accordo nel condannare con forza l’episodio e sul fatto che occorra aumentare la presenza di forze dell’ordine, ma consapevoli che, però, si debba lavorare anche su altri fronti per “disinnescare” certe situazioni. «La polizia è già molto presente e bisogna vedere se c’è la disponibilità da parte delle forze di aumentare i controlli anche su passeggiate e ciclabili – spiega Christoph Buratti, presidente della circoscrizione Gries San Quirino – ma certo è che la vigilanza va aumentata. Credo anche che debbano essere i bolzanini i primi a dover alzare la guardia, ad essere più attenti e a collaborare con le forze dell’ordine ».

«Un maggiore pattugliamento potrebbe dare senza dubbio un senso di più sicurezza – commenta Alex Castellano, presidente della circoscrizione Don Bosco – e non darebbe certo fastidio. Sappiamo tutti, però, che c’è di mezzo un contesto più complesso, fatto da norme che impediscono l’allontanamento di certi soggetti. Certo, il pattugliamento non può essere la soluzione di tutti i mali. Il problema può essere risolto a livello molto alto, perché si parla di gestione dei flussi migratori, mentre, a livello di città, credo che la prevenzione passi anche da forme di intervento che riempiano gli spazi, e mi riferisco ad attività che in città sono già state fatte. Un presidio positivo degli spazi, insomma, che credo si possa fare, mettendoci tutti assieme». Favorevole, ma cauta Renata Tomi, presidente di Europa-Novacella. «Certo – commenta – è necessario un maggiore presidio delle forze dell’ordine in alcune zone, ma non vorrei che, alla fine, la città finisse assediata da uomini in divisa. A breve, l’amministrazione posizionerà telecamere in luoghi individuati Comitato provinciale per l’ordine pubblico. Ma credo che anche i cittadini abbiano un ruolo fondamentale nell’opera di prevenzione, contattando subito le forze dell’ordine nel momento in cui si trovino di fronte a situazioni strane o sospette».

Per Armin Widmann, invece, che presiede la circoscrizione Centro-Piani-Rencio, la soluzione del problema è un’altra. «Nei giorni scorsi – spiega – sono stato sul Talvera, invitato ad alcuni compleanni di bambini e va detto che ora la polizia c’è e le pattuglie passano ogni dieci minuti. Il problema, però, è un altro perché manca la volontà di applicare la legge da parte dei dirigenti. Finché il personale di pattuglia andrà in giro senza la certezza della pena per chi commette un reato, grande o piccolo che sia, nulla cambierà. Grande è la frustrazione delle forze dell’ordine e chi delinque è sicuro che non pagherà per ciò che fa. È sul questo fronte che occorre intervenire».













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