I rottamatori che sfidano Zeller e Berger

Missione impossibile per il Senato. Gostner ci prova in Pusteria. Runer a Merano: «Loro sono il vecchio, noi il nuovo»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Va bene fare gli outsider, «ma la partita ce la giochiamo e non è bello se i media danno per scontato che Berger e Zeller abbiano già la poltrona assicurata in Senato».

Michael Gostner e Klaus Runer sono due dei nove sfidanti che domenica parteciperanno alle primarie della Svp per le candidature alle elezioni politiche: 5 concorrenti in lizza per la Camera e 4 per il Senato. Sono chiamati al voto i 50 mila iscritti al partito.

Ieri Gostner e Runer hanno presentato la loro candidatura. Gostner è il concorrente del vicepresidente provinciale Hans Berger per il collegio senatoriale Isarco-Val Pusteria. Runer prova a insidiare nel collegio Merano-Val Venosta il deputato Karl Zeller, che dalla Camera punta a trasferirsi al Senato.

Il primo è avvocato, esponente dell’ala economica, critico verso l’accordo Svp-Pd. Il secondo è sindaco di Terlano, contadino con passione per il teatro, favorevole al patto con il centrosinistra. Due personalità diverse, accomunate dalla sfida a due big del partito e dalla richiesta «di un rinnovamento vero nella Svp». Le primarie possono permettere sorprese, sottolinea Runer, «perché nell’urna l’elettore è solo e decide». Aggiunge Gostner: «È vero che la Svp, rispetto ai partiti italiani, ha sempre avuto una modalità allargata di scelta dei candidati. Ma stiamo comunque parlando di svariate decine di funzionari del partito, non dei cittadini veri e propri».

Partendo svantaggiati non possono che alzare i toni. Più Gostner che Runer, il quale però con metodo da anni porta avanti le sue battaglie nel partito e con pacatezza avverte, «se la Svp non si impegna, perderà il voto dei giovani e allora...».

Il sindaco. Runer, 52 anni, entrò nei giovani Svp a 16 e da allora è rimasto impegnato nel partito, a fasi alterne. «Mi piace il partito di raccolta, ci credo ancora. È un luogo in cui possiamo convivere in tanti, con impostazioni diverse. Ci posso stare anch’io, che non sono un personaggio sempre facile». Il pensiero va a un congresso Svp di metà anni Ottanta in cui Runer si alzò e disse all’allora assessore provinciale alla Cultura tedesca Anton Zelger: «Lei è superato». Il problema era, ricorda Runer, «che avremmo dovuto aprirci di più agli italiani, mentre la filosofia all’epoca era che più ci si divide, più ci si capisce». Trent’anni dopo, Runer batte ancora lì: «All’ultimo congresso di Merano sono stato il primo firmatario della mozione che chiedeva le primarie per le elezioni provinciali. Abbiamo vinto, ma non sono riuscito a ottenere che le primarie per le provinciali e per le politiche siano aperte a tutti, non solo ai soci. Ciò significherebbe ammettere al voto anche gli italiani. Sono contento delle primarie, ma limitarle agli iscritti ritengo che sia controproducente per la stessa Svp». Perché? «50 mila iscritti sono molti, ma generalmente sono persone avanti con gli anni e non rappresentano la società nel suo complesso, mentre alle elezioni la Svp ha bisogno di 100 mila voti, non solo di 50 mila, e devi offrire contenuti e candidati coerenti con i tempi». Presidente dell’associazione che riunisce le compagnie teatrali amatoriali, consigliere di amministrazione della Fondazione teatro comunale, Runer a Roma si batterebbe per l’istituzione della Siae provinciale.

L’avvocato. Gostner, 41 anni, avvocato conosciuto con studio a Bressanone, si presenta così:«Sono impegnato da molti anni nella base della Svp, ma non faccio parte del sistema». E spara ad alzo zero: «Si sente parlare solo di rinnovamento della politica. Lo dice Napolitano, dall’alto della sua età, lo dice Monti e perfino Putin. Nel partito di Putin rinnovano i vertici ogni 12 anni: peccato però che peschino sempre nello stesso sistema». Ogni riferimento è voluto: «Nella Svp serve un rinnovamento effettivo e non di facciata. Le primarie possono essere l’occasione buona, perché deciderà la nostra base». Sull’autonomia Gostner sottolinea: «L’obiettivo dei prossimi anni deve essere garantire all’Alto Adige il 90% del gettito fiscale, prevedendo che la riscossione sia in loco, con libertà di manovra sulle aliquote, e il 10% venga indirizzato a Roma ».

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