la storia

I settant’anni dei radioamatori

L’«Ari» collabora con la Protezione civile: al Commissariato una sala radio per gestire le emergenze


di Davide Pasquali


BOLZANO. Quest'anno viene festeggiato il settantesimo anniversario della costituzione della Sezione radioamatori di Bolzano, organo periferico della Associazione Radioamatori Italiani. A livello nazionale l'Ari conta 15.000 iscritti, è la filiazione italiana della International Amateur Radio Union, è riconosciuta come ente morale e partecipa come organizzazione di volontariato alla Protezione Civile nazionale.

La sezione Ari di Bolzano nacque una volta cadute le restrizioni alle trasmissioni radio imposte nel periodo bellico.

Ma chi sono i radioamatori? Con tale denominazione, spiega il presidente dell’Ari bolzanina Luciano Bresadola, «si identificano esclusivamente operatori che, dopo aver sostenuto un esame di cultura radiotecnica e normativa, hanno conseguito dal Ministero delle Telecomunicazioni l’autorizzazione a gestire una stazione radio e che, pur operando spesso per hobby, sono in possesso di un bagaglio tecnico di grande vastità e complessità».

Il collegamento tra radioamatori avviene in ogni angolo del mondo in vari modi: in fonia, con il codice Morse, con la telescrivente e sino alle ultime tecniche digitali nate dal connubio radio- computer. In tutto il mondo si contano oltre 3 milioni di radioamatori, che costituiscono una fitta rete di stazioni radio collegabili tra loro utilizzando l'inglese come lingua ufficiale. «Le istituzioni si sono rese conto che il mondo dei radioamatori poteva garantire per vastità e capillarità un’efficiente e immediata copertura in caso di emergenze. Ecco allora che i radioamatori, organizzati nelle loro associazioni, sono divenuti parte integrante delle Protezioni Civili, stabilendo un legame molto stretto per fornire alle comunicazioni dei mezzi dello Stato un grande supporto».

Di fatto i radioamatori sono sempre stati tra i primi a intervenire e gli ultimi a lasciare la zona d’emergenza dopo il ristabilirsi delle normali comunicazioni telefoniche. Nonostante l’avvento dell’era di internet abbia modificato l’interesse verso il mondo della radio, «i radioamatori rappresentano oggi più che mai un patrimonio tecnico e culturale, che contribuisce alla ricerca e allo sviluppo di tutti i più sofisticati sistemi di telecomunicazione».

Nel corso dei decenni la Sezione Ari di Bolzano ha curato la formazione di numerosi soci (oltre 100 solo negli ultimi anni) con l’istituzione dei corsi di preparazione all’esame di Stato. Inoltre presso il Commissariato del Governo è stata attrezzata una sala radio in grado di svolgere traffico radio a livello nazionale ed internazionale in caso di emergenza. In questa struttura i radioamatori effettuano prove mensili di collegamento con le varie prefetture italiane e la centrale italiana della Protezione Civile.

«In questo modo viene garantita la costante funzionalità e operabilità del sistema».













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