I sindacati: folle chiederci 100 mila euro per l’Imi

Cgil, Cisl, Uil e Asgb: «La Provincia ci conceda l’aliquota agevolata dei contadini» Bolzano rigetta l’istanza di rimborso. Deciderà la commissione tributaria


di Davide Pasquali


BOLZANO. I contadini sudtirolesi possono contare su un’aliquota Imi agevolata dello 0,2%, i sindacati no. Pagano l’aliquota base dello 0,76%, aumentabile o diminuibile di 0,5 punti percentuali a seconda della volontà dei singoli comuni. Bolzano ha deliberato l’1%, Bressanone lo 0,76%, Merano lo 0,91%, Brunico lo 0,76%. Il risultato è semplice: fra Cgil, Cisl, Uil e Asgb, i sindacati altoatesini devono scucire ogni anno 100 mila euro di Imi, soltanto a Bolzano son 40 mila. Il triplo di quanto pagato di Ici o Imu in passato. La Provincia fa orecchie da mercante attendendo il placet del Consorzio dei Comuni, il consorzio dei Comuni dice ok a parole ma di concreto non fa un bel nulla. Da un anno e mezzo. Intanto, i Comuni di Bolzano e Merano hanno rigettato l’istanza di rimborso avanzata dai sindacati (Bressanone pare non abbia nemmeno risposto). I sindacati non ci stanno e hanno presentato ricorso in commissione tributaria. L’udienza, però, è fissata per marzo. Del 2017...

Spiegano i sindacalisti: «Abbiamo chiesto di avere un’aliquota agevolata dello 0,2% come previsto dalla legge provinciale del 23 aprile 2014 numero 3 articolo 9 comma 6, nella quale viene esplicitamente indicata tale aliquota per tutte le associazioni ed enti non commerciali e no profit, e non l’esenzione dell’Imi, che vogliamo continuare a pagare, intera per quanto riguarda i Caf. I centri di assistenza fiscale sono sul mercato, quindi è giusto che paghino».

L’Imu vigente in Italia e l’Imis vigente in Trentino, grazie alla medesima delega da parte dello Stato, per i sindacati prevedono l’esenzione totale. «È possibile che noi si debba pagare l’aliquota applicata alle aziende con scopo di lucro?»

Da ottobre del 2015, «siamo in attesa di una risposta da parte del consorzio dei Comuni in merito ad un parere mai inviato alla giunta provinciale. Quest’ultima, in caso di assenso da parte dell’organo di rappresentanza dei Comuni, ci ha dichiarato di essere d’accordo a modificare la legge nella direzione da noi proposta». Quel parere, però, non è mai arrivato «e così è stato perso il primo treno che era quello della legge di stabilità approvata a dicembre». Ora ne potrebbe passare un altro, quello della legge di assestamento di bilancio che inizierà il suo iter in primavera.

Il silenzio del consorzio dei Comuni «ha costretto alcune nostre organizzazioni a inoltrare ricorso alla commissione tributaria di primo grado in quanto il Comune di Bolzano aveva applicato l’aliquota massima, parificando di fatto le associazioni senza scopo di lucro alle aziende». Nel rigetto, il municipio in questo senso ha superato se stesso, scrivendo che i sindacati non sono associazini assistenziali previdenziali, bensì ideologiche e politiche e quindi, come tali, non hanno diritto all’aliquota calmierata. Il ricorso, spiegano i sindacalisti, «si è reso obbligatorio per non far decorrere i termini e dopo che la via negoziale non aveva prodotto alcun risultato».

Nel caso di una modifica della legge provinciale, concludono i sindacalisti, il ricorso verrebbe ritirato. «Facciamo pertanto appello al presidente del consorzio dei Comuni, Andreas Schatzer, affinché formalizzi la risposta positiva richiesta dalla giunta provinciale. A noi, questa è stata già promessa, a voce, in ben due occasioni».

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