I sindacati: «In 43 in cassa integrazione»

I metalmeccanici chiedono trasparenza: « Ma non abbiamo paura, non è un apparecchio pericoloso»



BOLZANO. «Non c'è nessun pericolo per la popolazione perché la radioattività dello strumento che è stato perso incide solo ad un metro di distanza e non ha problemi di espansione».

Giuseppe Pelella, sindacalista della Uilm, sta seguendo da vicino lo smarrimento del rilevatore che contiene una sostanza radioattiva avvenuto alle Acciaierie Valbruna venerdì scorso. L'allarme, infatti, ha comportato la chiusura da lunedì dell'area di fonderia che ha lasciato a casa 43 dipendenti. «Quando ci hanno avvertito di quel che stava accadendo ci siamo molto spaventati anche noi. La chiusura di una parte dell’azienda è un segnale preoccupante. Lunedì scorso, però, ci hanno convocato i vertici di Valbruna e ci hanno spiegato quello che stava accadendo. La chiusura è precauzionale e non siamo in ansia per la salute degli operai». Resta, però, un aspetto che qualche preoccupazione la desta. I lavoratori che sono rimasti a casa, fino ad ora, lo hanno fatto con un incastro di permessi personali ed aziendali. «Da adesso in poi, però, può scattare la cassa integrazione perchè la chiusura è stata disposta da un’autorità. Ci vorranno almeno dieci giorni per completare le operazioni di ricerca nelle vasche del rottame».

A perdere lo strumento, oltretutto, non sono stati gli operai che solitamente lavorano alla colata. «No, è stato un errore fatto dalle squadre di manutenzione durante l’assenza per le vacanze estive dei dipendenti. Resta, però, l’assoluta necessità di trovare questo strumento». Da una parte, insomma, c’è la massima tranquillità di Valbruna (che assieme alle autorità predisposte ci ha messo una settimana ad avvertire la popolazione) e dall’altra una certa fretta nel ritrovare il rilevatore che contiene il cobalto 60. «Sono state analizzate le colate - continua Pelella - e in una si è registrato un aumento del piombo. Un dato, però, che non è per forza significativo perchè talvolta capita». Ciò che tiene bloccati a casa i lavoratori, tuttavia, è la ricerca che sta avvenendo nel rottame. «Lo smaltimento è stato bloccato e ogni singola vasca viene analizzata dal “ragno”. Si cerca di alzare tutto quello che la pinza riesce a sollevare, si controlla e si sposta in una vasca successiva. Il problema è che si tratta di uno strumento molto pesante che potrebbe scivolare sul fondo e sfuggire alla presa». Il rischio, insomma, è che il rilevatore con la sostanza radioattiva non si trovi affatto. (a.c.)

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