I sindacati: niente endorsement per Elena

BOLZANO. Il Pd ha chiesto l’incontro, i sindacati sono andati. La distanza resta. «Parliamo delle stesse cose, guardandole da due prospettive diverse», è il racconto di uno degli spettatori. Maria...



BOLZANO. Il Pd ha chiesto l’incontro, i sindacati sono andati. La distanza resta. «Parliamo delle stesse cose, guardandole da due prospettive diverse», è il racconto di uno degli spettatori. Maria Elena Boschi ha incontrato ieri pomeriggio i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil (nella sede Cgil). Due ore di discussione fitta su lavoro, precarietà, carico fiscale e gestione dell’autonomia. Sull’ultimo punto nessun problema da parte dei sindacati sulla linea «allargare la specialità», ma una critica netta è arrivata sulla gestione. «Veniamo ascoltati solo a cose fatte, quando le norme sono approvate, come nel caso del passaggio del personale della giustizia. Ma non è questo il metodo giusto. Ci aspettiamo un maggiore coinvolgimento della società», è la tesi portata avanti, tra gli altri, da Alfred Ebner (Cgil) e Dieter Mayr (Cisl). «Abbiamo presentato una serie di punti. Le risposte sono deboli», si congeda Christian Troger (Uil). I toni sono stati pacati, ma diverso era il clima nell’incontro di Laives, cui hanno partecipato i vertici di Assoimprenditori, quando Stefan Pan che ha ricordato a Maria Elena Boschi «sulla riforma costituzionale eravamo con voi». Nella sala riunioni della Cgil, descriveva ieri un sindacalista, «è come se ci fosse il monolite del Jobs Act. Puoi correggerlo, ignorarlo per un po’, ma è lì». Il Pd non ha organizzato l’incontro per ottenere dai sindacati un endorsement alla candidatura della sottosegretaria Maria Elena Boschi nel collegio bolzanino della Camera. Si è voluto dare un segnale di attenzione a quel mondo, come dimostra le presenza di Mauro De Pascalis, anima di «sinistra» del Pd, arrivato insieme a Gianclaudio Bressa (candidato al Senato), Christian Tommasini e Carlo Costa. «Non siamo in campagna elettorale, ascoltiamo e non ci schieriamo», ha premesso Alfred Ebner. Qualcuno alla vigilia era ancora più freddo. Michele Buonerba (Cisl), assente per altri impegni, ha criticato la riunione: «Sarebbe meglio incontrare tutti i candidati, altrimenti rischiamo di prestarci a uno spot». Mayr, l’attuale segretario della Cisl, esclude che si sia corso questo pericolo: «Se ci chiedono un incontro, andiamo. I problemi li abbiamo evidenziati tutti». Uil e Cisl hanno presentato un documento. Ebner ha preparato una scaletta. Si è parlato molto di precarietà, problemi rimasti aperti con la legge Fornero, qualità del lavoro, immigrazione. Maria Elena Boschi ha rivendicato il lavoro del governo, ha ricordato l’aumento dell’occupazione, la filosofia «lavoro non assistenzialismo». Fabio Parrichini (Fiom), sceso svogliatamente dall’ufficio, si è fermato meno di un’ora: «Abbiamo riempito una piazza contro Berlusconi per salvare l’articolo 18. Il governo Pd lo ha lapidato. Di cosa dobbiamo discutere oggi con Maria Elena Boschi?». Troger spezza una lancia: «Almeno non dicono solenni stupidate come la flat tax di Berlusconi». (fr.g.)

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