I sindacati: raccolta rifiuti nel weekend non funziona

Albrigo (Cisl): «Il sabato sera i camion girano quasi a vuoto, uno spreco di denaro Il lunedì città troppo sporca: non si può attendere la sera. In Centro è un disastro»


di Davide Pasquali


BOLZANO. A un anno dall’avvio della distribuzione dei bidoncini condominiali del rifiuto residuo, gli operatori Seab hanno fatto il punto della situazione con l’azienda, ora sintetizzato dal sindacalista Femca Cisl Maurizio Albrigo. «La reazione positiva dei bolzanini ci ha stupito, ma occorrono ancora notevoli aggiustamenti nell’implementazione del nuovo sistema: è del tutto inutile la costosa raccolta del sabato; la raccolta del lunedì è necessariamente da spostare al mattino; servono telecamere alla campane della differenziata per evitare l’abbandono di rifiuti; è da cambiare in toto la raccolta coi sacchetti in Centro, ora un disastro; per non parlare del nuovo inceneritore cui manca il cibo per sopravvivere: la nostra provocazione di quattro anni fa è stata confermata dai fatti: i rifiuti trentini ora arriveranno a Bolzano...»

Albrigo, cos’è che non va?

«Siamo partiti al buio, ma c’è stata una grande reazione da parte dei bolzanini, che hanno fatto esplodere la differenziata dal 46 al 67%, mettendo in crisi l’inceneritore. Si pensava che i bidoncini non fossero sufficienti, in realtà sono in esubero e ora potranno essere ridotti di numero, con ripercussioni positive in bolletta. Il nuovo sistema di raccolta, però, al sabato e al lunedì fatto così non funziona».

Al sabato ci sono troppo pochi bidoni in strada, specie a Gries, mentre di lunedì la città è sporca perché di domenica non si svuotano i bidoni?

«La raccolta dei rifiuti al sabbato dev’essere eliminata. La stiamo monitorando mese per mese; dati alla mano, possiamo dire che ci sono camion che al sabato sera portano all’inceneritore solo 200 chili: insomma, portano dentro aria. Un servizio inutile e costoso. Al sabato sera la gente non mette fuori i bidoni: si va al cinema, a mangiare la pizza, si va via per il weekend, non si pensa certo alle immondizie. Un altro problema è il lunedì, ma lo si potrebbe risolvere semplicemente, per di più risparmiando, perché non si pagherebbero più i “notturni” agli operatori di Seab: basta spostare la raccolta dal lunedì sera al lunedì mattina. Iniziando il servizio alle 5, alle 8 Bolzano si sveglierà pulita. Oggi invece, visto che di domenica non si svuota, per due interi giorni la città rimane un immondezzaio».

E con l’abbandono, com’è?

«Non è possibile che, tutt’ora, ogni sera abbiamo fuori due mezzi, impiegati per asportare i rifiuti abbandonati fuori dalle campane. C’è un grosso problema: la grande maleducazione di alcuni bolzanini, privi di rispetto per l’ambiente, il proprio territorio e gli operatori di Seab».

Le guardie ecologiche non riescono ad arginare il fenomeno? Si può fare dell’altro?

«In città ce ne sono soltanto sei, e ovviamente non lavorano di notte, ossia quando si registra la maggiore quota di abbandono dei rifiuti. Abbiamo aumentato la frequenza di svuotamento delle campane: adesso ci sono due turni quotidiani e le campane sono quasi sempre vuote. Però basta che uno lasci un sacchetto fuori, a terra, e si innesca un circolo vizioso: in un’ora si crea una montagna di rifiuti. A Bressanone si è corso ai ripari, come pure a Merano, posizionando delle telecamere. Si lede la privacy, ma è l’unica. Altrimenti si arriverà ad un atto per i cittadini violentissimo: l’eliminazione delle campane. Così tutti saranno costretti a farsi chilometri e chilometri per arrivare al centro di riciclaggio in Zona».

Per far risparmiare l’azienda, i lavoratori Seab si tagliano lo stipendio di 110 euro al mese, rinunciando alla maggiorazione notturna dalle 20 alle 22, mentre Seab continua ad appaltare all’esterno i servizi, tipo la movimentazione dei bidoncini da suolo privato a strada.

«Seab è nata per offrire servizi, non per appaltarli all’esterno. La movimentazione potremmo benissimo farla noi, con esiti decisamente migliori e soprattutto con costi ridottissimi, e invece si appalta il servizio fuori, al costo di milioni di euro all’anno, sfruttando chi lavora nelle cooperative sociali, senza straordinari, per 900 miseri euro al mese».

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